martedì 8 dicembre 2009

Eternit, la resa dei conti


http://tg24.sky.it/tg24/cronaca/2009/12/07/processo_eternit_amianto.html

di Valentina Guzzardo

"Quì a Casale una volta entrare alla Eternit era come entrare alla Fiat. Dal '75 si iniziava a capire che l'amianto faceva male però c'era da lavorare. I proprietari facevano orecchio da mercante ma ora ci si è ammalati tutti. Appena senti un pizzichino nella schiena – noi che lo sappiamo com'è la faccenda – vai all'ospedale, ti dicono: mesotelioma pleurico non operabile. E sai già che è finita". Si sfoga in dialetto, il signor Pierfranco, ex operaio della fabbrica Eternit di Casale Monferrato, 35mila abitanti in provincia di Alessandria e 1500 morti tra asbestosi, carcinoma polmonare e mesotelioma. Una strage, quella dell'amianto marchiato Eternit, che conta tremila vittime accertate in tutta Italia.

Una tragedia che il 10 dicembre 2009, dopo anni di battaglie, andrà a processo Torino. Duecentomila pagine di carte, 2900 parti lese, 10 parti civili (comprese Cgil, Inps e Inail) selezionate dal giudice per l'udienza preliminare tra più di 700 che si erano presentate. Alla sbarra i vertici della multinazionale ex proprietaria degli stabilimenti in Piemonte, Campania, Emilia Romagna: Stephan Ernest Schmidheiny, miliardario svizzero 62enne e Jean Marie Louis Ghislain De Cartier De Marchienne, barone belga di 88 anni. Dopo il trauma provocato dalla decisione di estendere i benefici dell'indulto ai reati ai danni dei lavoratori, grazie al "pacchetto Damiano" in materia di sicurezza è stato possibile applicare la responsabilità civile nel processo penale alle aziende, iscrivendo le società nel registro degli indagati, come è successo nel caso Parmalat. L'accusa: disastro doloso e rimozione volontaria di cautele.

"La prima cosa che mi fece prendere coscienza del problema amianto in Eternit fu vedere due-tre volte a settimana, in fabbrica, manifesti da morto - ricorda Nicola Pondrano, segretario della Camera del lavoro di Casale ed ex operaio - E io che ero giovane mi chiedevo: ma come mai qua dentro si muore così, a 50-52 anni? Mi venne detto: la polvere". Nella città famosa per i biscotti krumiri lo chiamano familiarmente "polverino", anche se è il loro killer perchè intriso di fibre d'amianto. La piaga della comunità casalese è stata infatti proprio questa: lo scarto volatile della tornitura a secco delle testate dei tubi. L'hanno respirato tutti i cittadini, non solo gli operai, perchè si usava per le coperture dei tetti delle case e per molto altro. "Nel mio cortile l'hanno utilizzato come asfalto. Mi ricordo che c'erano mucchi di amianto e noi bambini giocavamo lì come fosse sabbia", dice Luisa Minazzi, una cittadina colpita dalla malattia. "Lo stendevano, lo bagnavano, passavano il rullo a mano e poi seminavano il riso, il grano – ricorda Franco, un altro ex operaio - Fino al '60 il polverino l'hanno regalato, quando la richiesta era maggiore della produzione hanno detto: qui è meglio farselo pagare al carico".

La Germania ha riconosciuto la cancerosità dell'amianto nel 1943. In Italia, per la sua messa al bando definitiva, si è dovuto aspettare il 1992: la legge n. 257 fu una vittoria dopo anni di battaglie sindacali. La prima malattia professionale amiantocorrelata riconosciuta dall'Inail - che ha chiesto un risarcimento da 246 milioni di euro - è stata l'asbestosi. Nel 1994 lo sono diventate anche il mesotelioma e il carcinoma polmonare.

Le fabbriche Eternit di Cavagnolo, Bagnoli, Rubiera e Casale Monferrato sono state chiuse nel 1986 ma non tutto è finito: secondo gli esperti la mortalità per amianto - dovuta a tumori con 30 anni di latenza - raggiungerà il suo apice nel 2020. "Abbiamo 50 mesoteliomi all'anno. L'80 percento riguarda la popolazione in generale", sottolinea Bruno Pesce, coordinatore del comitato vertenza amianto. Un disastro ancora in atto: in Italia sono 75mila gli ettari di terreno contaminati da fibre cancerogene, attesta Legambiente. A Casale Monferrato la fabbrica è stata bonificata ma la questione è più complicata per il resto del territorio. "Il polverino sovente è nascosto o interrato o nei sottotetti e quindi emerge poco alla volta", spiega l'ex sindaco di Casale Riccardo Coppo, che nell'86 mise al bando l'amianto in tutto il territorio comunale: "Non si sa con esattezza quante superfici contaminate siano ancora presenti perché emergono col tempo. Oggi in città c'è una coscienza molto cresciuta, i cittadini collaborano molto e segnalano. Il Comune è punto di riferimento e interviene, secondo le graduatorie, a mano a mano che ha risorse".

L'amianto è un problema di stretta attualità non solo in Italia ma a livello mondiale, perché sono tuttora aperti stabilimenti che lavorano la fibra d'amianto in modo letale. "Il nostro processo serve a porre le condizioni per iniziare una battaglia globale nel vero senso del termine. – dice ancora Nicola Pondrano - Vogliamo fare in modo che paesi come il Canada la smettano di essere i più grandi esportatori al mondo di questo materiale e che potenze grandi ed emergenti come Cina e India non lo lavorino più, affinché quello che è successo in Europa, a Casale, non avvenga più nel mondo".

Al processo parteciperanno avvocati europei che nei rispettivi paesi hanno già promosso azioni legali. Nell'intera Unione Europea il 10 dicembre è stata organizzata una mobilitazione globale. E' nata la rete "Eternit in collera", costituita dall'insieme delle realtà comunitarie dove le fabbriche d'amianto sono state attive o lo sono tutt'ora.

"La ricchezza prodotta non può essere al di sopra del valore della vita", grida Bruno Pesce: "Si parla tutti i giorni della necessità di difendere la vita, ma quando è la vita dei lavoratori è ancora vita? ". Sarà il Tribunale di Torino a dirlo.

Astolfo Di Amato, uno degli avvocati di Ernest Schmidheiny, è irremovibile: "Il mio assistito ha seguito una logica di tutela, non di profitto. Oggi c'è un processo sommario che individua dei mostri senza andare per il sottile. Quando Ernest Schmidheiny è arrivato alla direzione Eternit - prosegue il legale - non ha percepito un centesimo di utili e ha investito 55 miliardi di lire in sicurezza, che alla metà degli anni '70 erano una cifra enorme”. Nicola Pondrano, che contro l'amianto Eternit combatte da metà della sua vita, teme possa essere una battaglia impari: "Le forze in campo sono forze enormi, persone molto potenti e molto ricche. Ci aspettiamo una forte capacità di tiro sul piano delle schermaglie legate alle eccezioni che verranno presentate. Verranno messe in discussione anche dal punto di vista medico legale le stesse lastre, valutazioni del danno che i lavoratori hanno riscontrato in questi anni. Parafrasando: siamo un po' come Davide e Golia".

ETERNIT: GIOVEDI' A TORINO SI APRIRA' UN PROCESSO STORICO

http://www.agi.it/torino/notizie/200912081234-cro-r010147-eternit_giovedi_a_torino_si_aprira_un_processo_storico

Ancora una volta a Torino, ancora nella maxi aula numero 1 del Palazzo di Giustizia. Il processo per le vittime dell'eternit si aprira' giovedi' nello stesso luogo dove si sta celebrando un altro processo simbolo delle morti sul lavoro, quello per il rogo della Thyssen. Non a caso, mentre nel tribunale si aprira' il dibattimento, fuori, per le strade, sfilera' la manifestazione nazionale contro le 'morti bianche', che culminera' proprio davanti al tribunale, dove sono attesi decine di pullman da tutta Italia e anche da molti Paesi europei.
Il processo Eternit e' il piu' ampio che sia mai stato celebrato per questioni legate all'amianto: 2.889 le parti lese, tra familiari di deceduti, eredi o persone che si sono ammalate per gli effetti della lavorazione dell'amianto negli stabilimenti italiani di Casale Monferrato (Alessandria), Cavagnolo(Torino), Rubiera (Reggio Emilia) e Bagnoli (Napoli).
Chiusi nel 1986, ma la tragedia prosegue ancora con decine di casi di malattie amianto-correlate ogni anno. Un disastro di cui e' chiamato a rispondere direttamente il vertice della multinazionale, che si e' succeduto dal 1952: il barone Jean-Marie Louis Ghislain de Cartier de Marchienne, 88 anni, e il magnate svizzero Stephan Schmidheiny, 62 anni, accusati di disastro doloso e rimozione volontaria di cautele. Il rinvio a giudizio era stato disposto dal Gup il 22 luglio scorso, ma la novita' forse piu' eclatante e' arrivata poche settimane fa, quando il tribunale di Torino ha citato come responsabile civile all'udienza del 10 dicembre la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Una citazione richiesta dalla vedova di un cittadino di Casale Monferrato deceduto a causa dell'esposizione all'amianto lavorato: secondo la signora, lo Stato italiano e' responsabile "per non avere adottato i provvedimenti necessari a garantire il rispetto dei principi costituzionali e l'attuazione delle specifiche direttive Cee in materia di tutela della salute dei lavoratori" e chiede, quindi, che "sia condannato con gli imputati del procedimento penale al risarcimento dei danni, patrimoniali e non patrimoniali".
Nel processo sono 10 le parti civili che si sono finora costituite, compresi Cgil, Insp e Inail: quest'ultimo ente chiede il risarcimento di circa 246 milioni di euro spesi per gli indennizzi ad ammalati e familiari. Nelle prime udienze non si entrera' ancora nel vivo: saranno per lo piu' dedicate alla burocrazia processuale, con costituzioni di parte civile, liste di testimoni da presentare ed altri adempimenti.
Il dibattimento dovrebbe avere un calendario di due udienze a settimana, un ritmo che dovrebbe ulteriormente escludere il rischio di essere eventualmente toccato dalle norme sul cosiddetto "processo breve".(AGI) Cli/Chc/To/Ral

venerdì 4 dicembre 2009

Eternit: 300 rose e 3000 fiaccole. Giovedì il processo

http://www.ilmonferrato.it/articolo_attualita'.phpARTICLE=3896a8ff5825134e0135a99bdd877e84

Un processo lungo e difficile ma che i magistrati di Torino intendono portare avanti con il massimo impegno.
Due udienze a settimana, e una attenzione anche per l’aspetto organizzativo che fa comprendere come il Tribunale abbia valutato anche il forte impatto sociale che ha il processo, un dibattimento che chiede una parola di giustizia su un disastro senza pari.
Una notizia positiva che il professor Davide Petrini, del collegio dei legali che rappresentano le parti lese (ben 1900 famiglie), ha comunicato martedì pomeriggio all’assemblea delle vittime dell’amianto sottolineando che «sul banco degli imputati non c’è, questa volta, qualche dirigente o qualche direttore di stabilimento, ma i gestori di quella sorta di multinazionale dell’amianto che operava in Italia e in altre parti del mondo».
Un processo che avrà indubbiamente ricadute anche in altre parti d’Europa, perché il quesito a cui dovrà rispondere - ha detto l’avvocato - è: «Chi prendeva realmente le decisioni per gli stabilimenti italiani e di altri Paesi»?

Prima la salute, poi il denaro
Una valutazione fatta precedentemente da Alain Gherif presidente dell’ANDEVA francese, l’associazione delle vittime e dei familiari dell’amianto che in Francia conta ben 22mila iscritti.
«Da 14 anni chiediamo un processo in Francia perché i responsabili rendano conto alla società. I responsabili devono pagare per i loro delitti. In Francia il principale industriale del settore è stato imputato solo la scorsa settimana e questo perché il processo di Torino è stato esemplare. Vogliamo che la Francia segua l’esempio dell’Italia, perché si affermi che la salute deve venire prima del denaro e che i padroni non hanno diritto di vita e di morte sui loro lavoratori».
Sembrerebbe un paradosso dover conquistare il rispetto per la vita, e invece, nella civilissima Europa, non è neppure scontato che la giustizia se ne occupi. E una strage sotto gli occhi di tutti rischia di restare senza responsabili, a meno che non siano i cittadini che chiedono a gran voce che sia istruito con mezzi adeguati a svolgere una vera indagine.

L’udienza del 10 dicembre
L’udienza del 10 dicembre - ha fatto presente Petrini - dal punto di vista procedurale sarà pura e semplice burocrazia.
Si tratterà della costituzione delle parti civili ma avrà un valore simbolico enorme, perché sarà comunque l’apertura del più grande processo per amianto che si sia mai messo in piedi.
Il primo testimone dell’accusa - la voce cioè che porterà nel vivo del processo e che aprirà quindi il grande capitolo dell’accertamento delle responsabilità, il lungo confronto per capire chi e come ha inquinato un intero territorio con l’amianto causando migliaia di morti- verrà sentito dopo un certo numero di udienze, quando saranno finite le “scartoffie”, necessarie, indispensabili e da compilare con la massima accortezza per evitare che il processo sia affossato per delle stupidaggini.

Processo breve ma...
Il processo, se verranno rispettati i tempi calendarizzati dai magistrati potrebbe arrivare a conclusione entro un paio di anni, perciò sarebbe fuori dal rischio prescrizione, attualmente comunque inesistente, ha detto Petrini, anche per altri motivi: perché sono esclusi i delitti per violazione delle normative di tutela dei lavoratori e perché le pene previste sono superiori al fatidico tetto (i 10 anni) ipotizzato per la prescrizione. E anche l’assessore regionale all’Ambiente Nicola De Ruggiero su questo punto ha auspicato che il processo sia «breve perché si giunge a una conclusione in tempi rapidi e non perché qualcuno a Roma decide che deve essere un processo breve...».

I risarcimenti
Altro capitolo fondamentale la responsabilità civile.
«Tutte le società che fanno capo all’imputato belga e a quello svizzero», ha detto l’avvocato Davide Petrini, «sono state chiamate in causa affinché non sia il singolo imputato a risarcire».
L’aspetto del risarcimento è infatti fondamentale, e fondamentale è dunque trovare soggetti solvibili, che abbiano risorse per evitare che si ripeta la storia dell’Eternit, fallita e scomparsa quando la partita dell’amianto in Italia cominciava a diventare in gioco troppo pericoloso.

La giustizia e la «cupola»
La giustizia sembrava irraggiungibile, sembrava impossibile arrivare alla «cupola» - ha detto Bruno Pesce, coordinatore del Comitato Vertenza Amianto, ricordando l’importanza ma anche il limite del processo del ‘93 che aveva portato in aula solo i dirigenti dello stabilimento e sottolineando che ormai si è allo «scontro diretto, ravvicinato con la controparte».

La spia di Schmidheiny
Alcune centinaia di vittime non hanno accettato il risarcimento offerto da Stephan Schmidheiny pur avendo lavorato nel periodo svizzero, accolto da circa 400 persone.
Pesce ha anche parlato di una spia pagata per riferire agli svizzeri: «Per qualche decina di migliaio di euro veniva tutti i giorni a chiedere notizie che poi riferiva... poverina... dico poverina perché era una donna».
Il nome Pesce non lo ha pronunciato (tutti lo conoscono), poi ha aggiunto: «Sanno tutte le nostre mosse e forse adesso ce n’è un’altra. E la nostra manifestazione di oggi è anche per mandare i nostri saluti a lui e alla sua spia...»

Le tv europee
Presenti martedì tivù e giornalisti provenienti da Francia, Belgio, Svizzera e anche delegazioni di associazioni che si battono contro l’amianto provenienti da Reggio Emilia, Cavagnolo, Francia.
Dalla Francia ha fatto sapere - Alain Gherif, ci saranno almeno 200 persone a Torino il 10 prossimo dicembre, «ma ci sarà la solidarietà di tutti gli altri che non potranno essere presenti».
E a Torino quel giorno ci sarà anche un pullman di sindaci con la fascia tricolore e rappresentanti delle istituzioni, ha annunciato il primo cittadino di Casale Giorgio Demezzi, come testimonianza di un territorio e di una popolazione colpiti dalla tragedia dell’amianto.

Le testimonianze
Tra le testimonianze anche quella di un giovane di Roma, Giulio Paparella il cui padre, Domenico, dirigente sindacale della FLM, è stato ucciso dall’amianto: «A Roma ci sono case quasi completamente costruite in eternit, ha detto, scuole dove il cortile è di polverino». E la bonifica non è ancora partita.
Immancabile la testimonianza di Romana Blasotti Pavesi che ricordando la lunga lotta si è detta sempre «emozionata per la grande partecipazione».

La battaglia di tutti
Tanta gente - circa tremila persone - e tanti rappresentanti delle istituzioni presenti all’assemblea e alla fiaccolata che si è snodata fino all’ingresso degli ex stabilimenti dove sono state deposte trecento rose bianche in ricordo delle vittime.
Tre striscioni, uno dei familiari, il secondo («Fermiamo la strage») dei giovani e il terzo («Giustizia, ricerca, bonifica») con le autorità.
Tra i rappresentanti delle istituzioni assume significato particolare la presenza di Silvia Bellomo, la giovanissima presidente del Consiglio comunale dei ragazzi di Occimiano, seduta in prima fila e la cui presenza esprime la sensibilità anche dei giovani e dei giovanissimi che sono stati una componente fondamentale dell’iniziativa, con la presenza delle delegazioni di molte formazioni sportive giovanili. Insomma una sola battaglia che è ormai la battaglia di tutti, che attraversa tutte le generazioni, le classi sociali, i partiti politici e che non è più solo la lotta di Casale, non è più solo neppure la lotta dell’Italia perché, come ha detto il presidente di Andeva sottolineando il grande orgoglio e il nazionalismo del suo Paese, la Francia, «per una volta l’Italia ci dà una lezione...».

Massimiliano Francia

giovedì 3 dicembre 2009

La Junior impegnata per Eternit: giustizia!

http://www.asjunior.com/asjunior/public/news_detail.jsp?ct=1259925127664&cat_id=27&news_id=929

Fastweb domenica in campo con un sopramaglia speciale
Eternit e Giustizia!
Queste due parole risuonano spesso nella città di Casale.
A pochi giorni dal processo di Torino, la Junior scende in campo, al pari delle altre società sportive del territorio, per sostenere la battaglia dei Famigliari delle Vittime dell'Amianto.
Domenica i rossoblu scenderanno infatti in campo con un sopramaglia speciale. Il 1 dicembre, una delegazione del settore giovanile della Junior ha partecipato alla fiaccolata silenziosa per le vie della città, iniziata da Piazza Castello al termine dell'Assemblea generale.

mercoledì 2 dicembre 2009

Casale, una fiaccolata e 250 rose bianche per ricordare tutte le vittime della Eternit

http://torino.repubblica.it/dettaglio/casale-una-fiaccolata-e-250-rose-bianche-per-ricordare-tutte-le-vittime-della-eternit/1794905


Oggi previsto l´assalto al tribunale per la lista dei testi: sono centinaia le persone convocate da accusa e difesa

di Lorenza Pleuteri

Ducentocinquanta rose bianche deposte davanti all´ingresso di quella che fu la Eternit, la fabbrica dei morti, per ricordare chi non c´è più.
Una fiaccolata che ha attraversato la città decimata dai lutti - il mesotelioma si è appena portato via anche l´ex operaio Piero Ferraris e l´impiegata postale Patrizia Saviotti - e punteggiato di tricolori con il grido "giustizia" stampato sopra.
Una affollata assemblea pomeridiana in vista dell´imminente apertura del processo, il dibattimento monstre in partenza a Torino il 10 dicembre.
A Casale Monferrato, l´epicentro della strage, duemila persone ieri pomeriggio si sono radunate per organizzare la trasferta nel capoluogo piemontese e per commemorare le vittime dell´amianto.
C'erano gli studenti, c'erano gli atleti delle società sportive che hanno fatto proprie le battaglie di genitori e nonni, c'erano i malati. C'erano anche, a riprendere tutto, troupe televisive francesi e svizzere.
Nella marcia di avvicinamento al processo, cui si guarda da tutto il mondo, a Torino oggi si aspetta l´assalto alla cancelleria della prima sezione del Tribunale. Scadono i termini per la consegna della lista testi.
I difensori dei due imputati - il miliardario svizzero Stephan Schmidheiny e il barone belga Louis De Cartier - hanno già depositato elenchi sterminati di persone che vorrebbero sentire, centinaia. Le parti civili e la procura faranno altrettanto. E ai sette soggetti già individuati come responsabili civili - il presidente del consiglio pro tempore e sei società legate ai due accusati - potrebbe aggiungersi l´Unione europea.
Una formale richiesta in questo senso, ancora da valutare, è arrivata dal fronte dei legali di malati e familiari delle vittime.

martedì 1 dicembre 2009

Eternit: assemblea in vista del processo, poi grande fiaccolata in città alle 18 - Vandali strappano le bandiere al Ronzone



http://www.ilmonferrato.it/articolo_attualita'.php?ARTICLE=2d38aafb189e892dc9058b0ca3065ca9

Ci saranno anche tre emittenti televisive svizzere e altre francesi a seguire martedì 1° dicembre, l’assemblea convocata da associazioni e sindacati per fare il punto in vista della prima udienza (10 dicembre a Torino) del maxiprocesso Eternit. L’appuntamento è alle 15,30 al salone Tartara.

Alle 18 da piazza Castello partirà poi una fiaccolata fino agli ex stabilimenti Eternit. Lì si formerà una catena di solidarietà e verrà deposto un fiore in ricordo e in omaggio a tutti coloro che hanno perso la vita a causa dell’amianto.

Massiccia la mobilitazione del mondo sportivo. In città si moltiplicano le bandiere tricolori con la scritta “Eternit: Giustizia!». Anche se purtroppo proprio al Ronzone si registra un atto vandalico. Una quindicina di bandiere davanti all’ex Eternit in via Oggero sono state strappate da ignoti, un altro paio davanti alla sede della CISL e altre qua e là per la città.

«Non vogliamo drammatizzare ma siamo rimasti stupiti che persino il tricolore con la scritta “Giustizia” dia fastidio a qualcuno. Non sappiamo sinceramente chi possa essere; stato, propendiamo per il gesto sciocco di qualche ubriaco...», dice Bruno Pesce del Comitato Vertenza Amianto.

Sarà, ma stupisce ugualmente che qualcuno, sia pur ubriaco, possa irridere una vicenda così drammatica.

lunedì 30 novembre 2009

5.000 flags for JUSTICE


http://asbestosinthedock.ning.com/profiles/blogs/5000-flags-for-justice

On December 10th, in occasion of the first public hearing of the lawsuit against Eternit, we'll ask the people of Casale Monferrato and Cavagnolo to expose the italian national flag with the word JUSTICE! on it. This is a civil right fight belonging to everybody and its message should be spreaded around the whole country.
The flags will be distributed at the Camera del Lavoro di Casale Monferrato from December 1st, the day of the public assembly and the candlelight procession.

mercoledì 25 novembre 2009

Strage amianto, se ne parla su RaiTre. Seicento bandiere tricolori distribuite in un solo giorno


http://www.ilmonferrato.it/articolo_cronaca.php?ARTICLE=3317281f1735c04306312313a3228e5c

Sono circa 600 le bandieri tricolori con la scritta «Eternit: giustizia» distribuite da sindacati e associazioni nella sola giornata di martedì, bandiere che il Comitato Vertenza amianto invita a esporre subito o al massimo a partire da domenica, quando in cità arriveranno le troupe televisive e i giornalisti italiani e stranieri che il 1° dicembre seguiranno l'assemblea della Associazione familiari vittime amianto e dei sindacati.

L'assemblea è stata convocata per coordinare la partecipazione alla prima udienza del processo penale contro i presunti responsabili della strage: il miliardario svizzero Stephan Schmidheiny e il barone belga De Cartier.

Le bandiere sono disponibili presso la Camera del lavoro, le associazioni e i sindacati e l'invito è naturalmente a recarsi a ritirarle affinché la città esprima con forza anche visivamente la propria aspettativa di giustizia.

Anche lo sport in campo per la giustizia

Continua intanto l'adesione della società sportive che sulla maglia della squadra riporteranno la stessa scritta - «Eternit: Giustizia». Sono la Società Canottieri Tennis A1, il Casale Calcio, la Junior Casale Calcio, il Casale calcio femminile, il Volley Casale femminile, la Junior Basket Casale, la Handball Casale Pallamano e il Pontestura Calcio.

Tutte formazioni che hanno anche aderito alla fiaccolata che il 1° dicembre seguirà l'assemblea e a cui parteciparanno anche scuole medie e superiori.

Amianto e giustizia, se ne parla su RaiTre

Venerdì mattina infine Assunta Prato Ferraris, vedova di Paolo Ferraris, assessore e vicesindaco di Casale negli anni '90 e poi consigliere e assessore regionale, sarà intervistata da Fabrizio Frizzi durante la trasmissione «Cominciamo bene» che va in onda su RaiTRE alle 10.40, come esponente della Associazione familiari Vittime Amianto, di cui è fra i fondatori.

Aderite alla trasferta per la prima udienza

Prosegue intanto l'impegno per la trasferta del 10 dicembre, data in cui si svolgerà la prima udienza del processo penale. Attualmente si sta lavorando al pullman numero sette, ma l'obiettivo è di arrivare almeno a dieci pullman.

Anche qui lìinvito è ad aderire numerosi, per dimostrare con la presenza in aula la dimensione sociale della strage causata dall'amianto a Casale e nel territorio monferrino.

Massimiliano Francia

giovedì 19 novembre 2009

Decreto del Tribunale per l’udienza del 10 dicembre. Per la vedova di un operaio lo Stato è responsabile


http://www.cronacaqui.it/news-il-premier-berlusconi-citato-a-giudizio-nel-processo-eternit--_28945.html

TORINO 19/11/2009 - Il presidente del Consiglio in tribunale per il processo Eternit. Lo Stato «responsabile civile» per le migliaia di morti dell’amianto. Uno scenario sconvolgente, che però diventa realtà con l’atto di citazione firmato dai giudici Giuseppe Casalbore, Fabrizia Pironti, Alessandro Santangelo.

Ecco il testo della citazione, come riportato dall’agenzia di stampa Ansa: «Il Tribunale di Torino ordina la citazione della presidenza del consiglio dei ministri, nella persona del presidente pro tempore, per l’udienza che si terrà il 10 dicembre 2009». E l’espressione “pro tempore” sostituisce la più consueta “in carica”, dunque la citazione sarebbe indirizzata niente di meno che a Silvio Berlusconi.

La presidenza del Consiglio, quindi, è citata quale responsabile civile nella questione Eternit. A richiederla era stata la vedova di un abitante di Casale Monferrato che aveva lavorato a lungo nella filiale locale della multinazionale, deceduto nel 2006. La donna, assistita dall’avvocato Ezio Bonanni, nella sua istanza asserisce che «lo Stato italiano» è responsabile «per non avere adottato i provvedimenti necessari a garantire il rispetto dei principi costituzionali e l’attuazione delle specifiche rispettive Cee in materia di tutela della salute dei lavoratori» e chiede che «sia condannato in solido con gli imputati al risarcimento dei danni, patrimoniali e non patrimoniali».

Alla sbarra per i 3mila decessi causati dall’esposizione all’amianto ci sono il miliardario svizzero Stephan Schmidheiny e il barone belga Louis de Cartier de Marchienne, proprietari dell’Eternit. L’avvocato Bonanni, a sostegno della tesi della sua cliente, aggiunge che «se ci fossero stati dei controlli il disastro non si sarebbe verificato».
Rimane da intendersi su quale sia, eventualmente, il governo responsabile nei decenni di attività dell’Eternit, soprattutto considerando che le direttive Cee sono decisamente più recenti. Chiaramente pare che la citazione dell’attuale presidenza sia soprattutto in rappresentanza dello Stato stesso.
a.mon.

A RISCHIO LA VERTENZA PER LE VITTIME DELL’AMIANTO

(ma.nav 19/11) - La Giunta provinciale, presieduta da Paolo Filippi, su proposta dell’assessore all’Ambiente, Lino Rava, esprime grande preoccupazione in merito al testo del decreto legislativo sul processo breve, che prevederebbe l’estinzione, per violazione dei termini di durata ragionevole del processo, anche per reati in materia di sicurezza dei lavoratori, tra cui quelli relativi alle vittime dell’amianto e dei malati cronici dei dipendenti dell’ex Eternit di Casale Monferrato.
Il ddl contenente misure per la tutela del cittadino contro la durata indeterminata dei processi, recentemente presentato dal Governo, prevede, per i processi per i quali la pena edittale risulta inferiore ad un massimo di dieci anni di reclusione, il non doversi procedere per estinzione del processo stesso, per violazione dei termini di durata ragionevole del procedimento identificati in due anni per grado di giudizio. Lo scorso 6 aprile si è svolta la prima udienza preliminare del processo contro l’Eternit di Casale, azienda produttrice di manufatti in amianto accusata della morte di quasi 3 mila lavoratori uccisi dalle polveri del metallo dal 1983 ad oggi. “La proposta formulata dal Governo – interviene il presidente della Provincia di Alessandria, Paolo Filippi – potrebbe riguardare anche i reati in materia di sicurezza dei lavoratori dell’Eternit, finendo per comportare pesanti ripercussioni sulla vertenza in sede civile per il riconoscimento dei danni subiti. Questo renderebbe vani anni di lotta da parte dell’associazione dei famigliari delle vittime dell’amianto, in quella che è stata una lunghissima vertenza che ha visto coinvolti anche gli enti locali e le associazioni sindacali”.

PROCESSO AMIANTO: "PRODI E BERLUSCONI TESTIMONI"

http://www.cnrmedia.com/notizia/newsid/6668/processo-amianto-a-giudizio-prodi-e-berlusconi.aspx

“Chiederò che siano sentiti come testimoni Prodi, Berlusconi e chi prima di loro non ha fatto nulla per evitare migliaia di morti sul lavoro”. Lo dice a CNRmedia l’avvocato Ezio Bonanni che rappresenta alcuni familiari delle vittime di Casale Monferrato. Il tribunale di Torino ha ordinato in giudizio la presidenza del Consiglio dei Ministri proprio a seguito di una richiesta eseguita da Bonanni. La citazione era stata richiesta dalla vedova di un cittadino di Casale Monferrato (Alessandria) morto nel 2006 per le conseguenze - secondo l'accusa - dell'esposizione all'amianto lavorato nella filiale cittadina della multinazionale Eternit. “Chiediamo allo Stato di risarcire i danni per non aver fatto applicare le sue stesse leggi. Che l’amianto fosse nocivo si sapeva dai primi del ‘900 e la prima legge in materia risale addirittura al 1943, la 455. Al legislatore, e quindi allo Stato, era noto il rischio amianto. Ma nessuno ha fatto nulla per decenni. Anzi, l’indulto approvato dal governo Prodi ha influito sulla posizione degli imputati. E allo stesso Prodi vogliamo chiedere se è vero che ci siano stati dei contatti con gli imputati e se questi contatti abbiano influito sul provvedimento per l’indulto”.

domenica 15 novembre 2009

A Casale la maledizione dell'amianto: ne ha uccisi moltissimi per ottant'anni

da Il Nostro Tempo di domenica 15 novembre 2009

Neanche l’ultima guida del Touring ne parla, ma a Casale Monferrato, accanto al Castello, al Duomo, alla Sinagoga, al palazzo Anna d’Alençon c’è un monumento di archeologia industriale che una citazione la meriterebbe, eccome: le vestigia di una fabbrica che per ottant’anni, dal 1906 al 1986, anche se fuori Casale pochi ne hanno scritto e parlato, ha drammaticamente segnato la storia della città. È ciò che rimane dell’«Eternit», la fabbrica del noto, omonimo prodotto per l’edilizia.

L’«Eternit» a Casale ha lasciato di sé un pessimo ricordo. Ciò che essa produceva era un composto di cemento e di amianto che sarebbe stato innocuo, anzi benefico, se non avesse contenuto appunto l’amianto, che, oltre ad essere uno dei più pericolosi agenti cancerogeni che si conoscano, è causa di altre gravi malattie professionali, asbestosi compresa, soprattutto alle vie respiratorie. Con l’amianto hanno dovuto fare i conti non solo i lavoratori, dagli operai agli impiegati ai dirigenti dell’«Eternit», ma tutta la città. Sono infatti morti di tumori al polmone, e più in generale di affezioni indotte dall’amianto, non solo dipendenti dello stabilimento, ma anche, e forse soprattutto, persone che all’«Eternit» non hanno mai lavorato. Mentre l’asbestosi e i tumori al polmone e alla laringe hanno colpito quasi esclusivamente i lavoratori «Eternit», i casi di morte per mesotelioma pleurico, un tumore specificamente causato dall’amianto, hanno riguardato per i due terzi del totale persone che non hanno mai avuto rapporti professionali con la fabbrica.

Ma che cos’è l’amianto? È un minerale suddiviso in varie sottospecie di silicato di magnesio che si presenta in forme filamentose. Se viene a contatto con le vie respiratorie provoca quasi sempre gravi malattie broncopolmonari e in particolare una gravissima forma di tumore, il mesotelioma pleurico, che, oltre ad essere inguaribile è anche difficilmente curabile, al punto che porta rapidamente a morte per soffocamento. Le malattie da amianto poi hanno un lunghissimo periodo di latenza e manifestano i loro tragici effetti anche dopo decine di anni.

Perché a Casale patologie amiantifere hanno colpito anche non lavoratori dell’«Eternit»? Perché, per varie ragioni, l’amianto si è diffuso in tutta la città. Ad esempio: l’amianto, tutto di importazione, veniva trasportato dalla stazione ferroviaria alla fabbrica dapprima con un trenino e successivamente con autocarri, l’uno e gli altri con cassoni scoperti, che percorrevano la parte nord-occidentale della città. Il carico e lo scarico dell’amianto avveniva all’aperto, si diffondeva nell’aria e veniva a contatto con l’apparato respiratorio anche di persone non direttamente impegnate nello stabilimento. Inoltre, i residui del minerale contenuti negli abiti di lavoro dei dipendenti contagiavano anche i loro familiari.

Chiarisce il prof. Leonardo Santi, direttore scientifico dell’Istituto nazionale per la ricerca sul cancro di Genova: «Le fibre di amianto lunghe e tortuose sono le meno dannose, mentre veramente pericolose sono quelle piccole e lanceolate. Penetrano nei polmoni provocando una fibrosi, poi arrivano alla pleura, generando una neoplasia, il mesotelioma pleurico appunto, che non lascia speranze».

Bruno Pesce prima, e successivamente Nicola Pondrano, entrambi segretari della Camera del lavoro di Casale e componenti il Comitato vertenza Amianto (cui aderisce anche l’Associazione vittime dell’amianto) e con loro molti altri sindacalisti non solo della Cgil, si sono impegnati allo stremo per liberare i lavoratori dell’«Eternit» e l’intera città di Casale dai pericoli dell’amianto. I loro appassionati interventi verso il mondo scientifico e politico hanno condotto nel 1986 alla chiusura dell’azienda e, nel 1992, alla legge che non solo ha vietato il totale impiego, l’importazione e l’esportazione dell’amianto, ma ha anche dettato norme per la decontaminazione dei siti inquinati.

Sarebbe però illusorio pensare che il problema amianto sia definitivamente risolto. La dottoressa Daniela De Giovanni, oncologa all’ospedale di Casale, allunga lo sguardo: «Il problema vero di Casale oggi». sostiene, «è rappresentato dai manufatti di cemento amianto. Nei prossimi anni il loro deterioramento e gli interventi di bonifica spontanea, prevedibilmente inadeguati, provocheranno una spaventosa dispersione di fibre d’amianto. Ciò causerà nei decenni venturi un aumento dei casi di mesotelioma tra il 30 e il 40 per cento. Purtroppo i casi di mesotelioma crescono tra le persone in età tra i 30 i 40 anni che furono esposte all’amianto da ragazzini, quando il sistema immunitario era meno in grado di fornire difese».

Come è noto, una delle ragioni per le quali la gente della Valle di Susa si oppone alla costruzione della linea ferroviaria ad alta velocità, o ad alta capacità (Tav o Tac, a seconda delle convenienze di chi le sostiene) e del nuovo tunnel del Frejus, è che gli scavi che si effettueranno per realizzare le due opere emetteranno enormi quantità di rocce contenenti uranio e amianto. Le fibre di quest’ultimo, se immesse nell’atmosfera per effetto degli scavi, produrranno gravi danni alla salute pubblica. Basta riflettere sul caso di Casale Monferrato per convincersi che i valsusini hanno ragioni da vendere. Il rischio per la Tav o la Tac è, come accade all’«Eternit», di vedersi recapitare una valanga di citazioni in giudizio con richieste di indennizzi per le morti da amianto.

E a Casale, intanto, le tristi aspettative della dottoressa De Giovanni hanno trovato una conferma qualche giorno fa. Il mesotelioma pleurico, il "killer" dell’amianto, ha ucciso un uomo di 66 anni, vicedirettore di banca in pensione, che non solo non ha mai avuto niente a che fare con l’«Eternit», né per lavoro né per vicinanza residenziale alla fabbrica, ma che da giovane abitava addirittura a Popolo. Una frazione di Casale distante due chilometri dal capoluogo.

Giorgio Bobbio

venerdì 6 novembre 2009

E' emergenza per 75 mila ettari contaminati

http://www.helpconsumatori.it/news.php?id=25410

Sono numeri da emergenza nazionale quelli che emergono dal Rapporto sullo stato del risanamento dei siti inquinati da amianto in Italia: ci sono 75mila ettari di territorio contaminato da fibre di amianto che, in attesa della bonifica dei siti, continuano a mettere a rischio la salute dei cittadini, e oltre 9mila casi di mesotelioma pleurico riscontrati in Italia dal 1993 al 2004. I dati emergono da "Liberi dall'amianto", il dossier di Legambiente presentato a Torino, nel corso della seconda conferenza nazionale non governativa "Amianto e giustizia", promossa da un vasto cartello di associazioni tra cui AIEA (associazione italiana esposti amianto), Legambiente, Medicina Democratica nazionale e Isde (Medici per l'Ambiente), alla quale hanno aderito anche le sigle sindacali CISL, FIM CISL, CUB, COBAS, CGIL, FISMIC, FIOM CGIL.

"Numeri da vera e propria emergenza nazionale, che indicano con chiarezza i rischi per una parte dei cittadini nel nostro Paese, che vivono in quei 75mila ettari di territorio interessati dalla presenza dell'amianto e inseriti nel Programma nazionale di bonifica del Ministero dell'ambiente", rileva l'associazione, che ricorda come "ci sono ampie porzioni di province come quella di Alessandria - con Casale Monferrato e 47 comuni limitrofi costruiti con l'amianto -, città come Napoli (a Bagnoli) e Siracusa caratterizzate dalla presenza di stabilimenti di produzione di cemento amianto nelle loro zone industriali, comuni come Bari e Broni (Pv) che ancora oggi ospitano nel centro abitato importanti siti produttivi dismessi che lavoravano la fibra killer, fino ad arrivare alle miniere di Balangero (To), la più grande d'Europa, ed Emarese (Ao) da dove veniva estratto il minerale prima della lavorazione nelle cementerie italiane e non solo".

La richiesta è quella di spostare la gestione dell'iter delle bonifiche dal Ministero agli Enti locali e di istituire il fondo nazionale per i siti orfani, ovvero gli stabilimenti di aziende fallite. "Nonostante l'urgenza sanitaria - ha dichiarato Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente - le bonifiche vanno a rilento, grazie anche all'inefficiente gestione da parte del Ministero dell'ambiente delle conferenze dei servizi per la valutazione e autorizzazione dei piani e dei progetti per la bonifica. Bisogna spostare la gestione dell'iter in ambito locale, presso le Regioni o i Comuni, assicurando al Ministero e agli enti tecnici nazionali il compito di supportare, verificare e indirizzare il procedimento, garantendo ai cittadini trasparenza e disponibilità delle informazioni sullo stato di avanzamento del risanamento ambientale".

BS

mercoledì 4 novembre 2009

Amianto abbandonato nel casalese. C'è la denuncia di una guardia ambientale

http://www.radiogold.it/site/notizia.php?id_art=d0f0f95425b41897afab9f6d80a2c91d&Example_Session=7796fa3c7adfeffc244dc2e8ecb075d3

Casale Monferrato - L'incubo amianto non è finito. Federico Cappello, commissario per la Regione Piemonte e membro delle Guardie Ambientali d'Italia sezione di Alessandria, denuncia la presenza di alcune discariche di rifiuti contenenti lastre di amianto, in diverse località del casalese. Il materiale sarebbe in stato avanzato di degrado.
La guardia ambientale ha anche trovato due automezzi abbandonati in via Adam 24. Cappello ha inviato al sindaco Demezzi le foto che documentano questa situazione.

martedì 3 novembre 2009

A Torino si parla d'amianto


http://www.nuovasocieta.it/attualita/3039-ddr.html

di Giovanni Ruotolo

A poco più di un mese dall'inizio, al tribunale di Torino, del più importante processo mai celebrato ai Europa per casi di morte e malattie professionali causate dall'esposizione all'amianto, Torino ospita, dal 6 all'8 novembre la seconda conferenza nazionale sull'amianto, dal titolo "Amianto e giustizia". Sarà l'occasione per fare il punto su quanto fatto per eliminare completamente l'amianto, che oggi provoca in Italia, secondo le stime dell'Associazione italiana degli esposti all'amianto,4.000 morti ogni anno). Ciò è possibile se l'amianto verrà eliminato dal territorio nazionale a partire dai siti più inquinati, dove la dispersione della fibra killer è maggiore.
Secondo gli organizzatori della conferenza, una serie di sigle che vannno dalla Fiom Cgil, a Legambiente, alla Associazione vittime di Casale Monferrato "Servono, prima di tutto, le bonifiche ambientali, in sicurezza, prive di rischio per gli abitante e i lavoratori". Ma le vittime dell'amianto richiedono anche altre importanti risposte che vanno "dalle condanne giuste per i responsabili, risarcimento del danno alla sorveglianza sanitaria per gli ex esposti, ricerca per individuare le migliori cure per coloro che si sono ammalati e si ammaleranno ed infine l'istituzione del Fondo delle vittime dell'amianto (esiste la legge, ma non è operativa da quasi due anni); con il riconoscimento dei lavoratori ex esposti a lasciare il lavoro con anticipo, quale salvaguardia della salute e indennizzo del torto subito".

Negli ultimi vent'anni, la mortalità per mesotelioma (il tumore indotto dall'inalazione d'amianto, con un tempo di latenza di circa 30 anni) ha avuto un'impennata e si prevede un'ulteriore crescita. Secondo uno studio pubblicato nel 1997 dall'Istituto Superiore della Sanità e dall'Enea, erano 130 in Italia i Comuni a rischio per l'amianto, buona parte dei quali in Piemonte (si pensi alla cava di Balangero, all'Eternit di Casale Monferrato e Cavagnolo, alle industrie torinesi dei dischi dei freni ed alle attività edili di coimbentazione).

Il primo appuntamento della tre giorni di conferenza sarà alla sala conferenze dell'Istituto Avogadro, alle 15, in corso San Maurizio 8. tutti gli appuntamenti del programma si possono consultare all'indirizzo internet http://www.conferenzamianto2009.beepworld.it/

giovedì 29 ottobre 2009

da "La Vita Casalese" del 29 ottobre 2009

Casale Monferrato avrà il Bosco Pastrona, per far rinascere il Ronzone

http://www.valenza.it/index.php?pag=notizia&id=18348


Cominceranno entro fine anno a Casale Monferrato i lavori di rinaturalizzazione del Bosco Pastrona, che consentiranno di realizzare un vero e proprio "polmone verde" nel quartiere Ronzone, storicamente caratterizzato dall’aver ospitato insediamenti industriali compresa la limitrofa Eternit. L’operazione interessarà 27 ettari di terreni recentemente acquistati dal Parco fluviale del Po e dell’Orba, con uno specifico finanziamento della Regione Piemonte, ed altri 15 di terreni demaniali confinanti che saranno affidati in concessione.

Il progetto, predisposto dall’Ente Parco, è stato presentato in due versioni (una più ridotta, riferita alla parte finanziata, e una più ampia, a prefigurare una sistemazione finale complessiva) il 28 ottobre presso la sede operativa di Casale Monferrato alla presenza dell’assessore regionale all’Ambiente e alle Aree protette, Nicola de Ruggiero.

"La scelta di intervenire sul Bosco Pastrona - ha detto de Ruggiero - è ben diversa da quella di un semplice finanziamento per sostenere un progetto di un’area protetta. E’ anche un’azione simbolica per rafforzare l’idea che a Casale si lavora per ridare alle persone, al territorio, all’ambiente un senso di futuro e di rilancio dopo la tragedia dell’amianto. Per la Regione , dopo l’impegno per la bonifica e per il riconoscimento dei danni alla salute dei lavoratori e dei cittadini, Bosco Pastrona è un ulteriore tassello per poter scrivere un giorno la parola fine sul dramma di Casale”.

sabato 24 ottobre 2009

Mirabello : il Comune attiva uno Sportello Bonifica Amianto

“Amianto. Un pericolo oggi. Una minaccia domani.”
Questo il titolo dell’incontro svoltosi venerdì scorso presso il salone di via Maria Ausiliatrice. Presenti ospiti autorevoli quali Daniela Degiovanni (nota oncologa casalese, già insignita del premio “Medico tra la gente 2007”), Vito De Luca (assessore alle Politiche Ambientali del Comune di Casale) e Angelo Mancini, responsabile dello Spresal, il Servizio Prevenzione Sicurezza Ambienti di Lavoro dell’ASL 21 che determina le modalità operative delle operazioni di bonifica. Il ruolo di moderatori è stato svolto da Bruno Pesce e Luigi Ferrando, mirabellesi nonché membri attivi del Comitato Vertenze per l’Amianto. Si è trattato di un convegno organizzato dal Comune di Mirabello con lo scopo di informare e sensibilizzare la popolazione su un argomento che riguarda sia la realtà cittadina di Casale sia tutto il territorio del Comprensorio monferrino.
Coperture e manufatti
A Mirabello, sia in edifici privati che di proprietà comunale, non mancano coperture e strutture in eternit. In questo contesto si sono inseriti gli interventi dei relatori: a carattere medico-scientifico quello della Degiovanni, che ha ricordato cosa sono fibra di amianto e polverino, come si sviluppa il mesotelioma e con quali effetti per il malato; di natura più tecnica quelli di Mancini e De Luca per illustrare le procedure di smaltimento e i contributi economici previsti allo scopo.
Il sindaco Luca Gioanola ha spiegato come l’amministrazione comunale si sia fatta promotrice di una iniziativa: presso il palazzo municipale sarà istituito lo “Sportello Bonifica Amianto” al quale i cittadini potranno rivolgersi gratuitamente per denunciare la presenza di amianto, ricevere informazioni e attivare in modo molto semplice le pratiche per richiedere lo smaltimento. Oltre alla semplificazione burocratica, al già consistente contributo economico casalese andrà a sommarsi un ulteriore incentivo del Comune di Mirabello.
Un rischio e una minaccia
Come evidenziato da più interventi e sottolineato dal primo cittadino «è importante non perdere più tempo prezioso: è un dovere civico ed etico di ogni cittadino bonificare il territorio da insediamenti di amianto. Ciascuna singola presenza di eternit rappresenta una fonte di rischio, una minaccia, perché è ormai dolorosamente comprovato che l’amianto è uno spietato e infallibile killer sia per noi contemporanei sia per le future generazioni. Bonificando al più presto si è certi di ricevere i contributi, aspettando si va incontro a un obbligo che sarà da espletare, in un futuro non troppo lontano, completamente a proprie spese.
A conclusione di incontro non sono mancate domande e altri interventi, tra cui quello di Andrea Serrao, sindaco di Frassineto e presidente dell’Unione “Terre di Po e Colline del Monferrato”, che ha rimarcato come la bonifica sia una battaglia che merita di essere combattuta con il massimo delle energie disponibili da parte di tutti, nessuno escluso.
Le nuove iniziative
Sulla questione è intervenuto anche Luigi Ferrando della UIL di Casale: «La nostra presenza come sostenitori delle parti lese nel processo e come promotori di iniziative di bonifica e di ricerca, è servita anche ai piccoli Comuni per l’avvio di uno iniziative come lo “Sportello” mirabellese. Inoltre promuoveremo altri eventi di informazione pubblica che culmineranno in una grande assemblea tesa anche ad organizzare la partecipazione al processo dei cittadini casalesi».

venerdì 9 ottobre 2009

Processo amianto, 300 nuovi casi

http://www.ilmonferrato.it/articolo_attualita'.php?ARTICLE=7620e5b1404052947876628fdb6fbc1f

Sono oltre 300 i nuovi casi istruiti da sindacati e associazioni in vista del processo amianto che prenderà avvio il 10 dicembre, 300 casi di persone malate e di famiglie che hanno perso i loro cari a causa dell’amianto, la polvere killer invisibile che ha inquinato ogni via, ogni casa, ogni angolo di Casale a causa della presenza dell’Eternit.
«In tutto tra associazioni e Cgil sono oltre 1700 i casi di persone ammalate, o decedute finora istruiti, più alcune altre centinaia da parte delle altre organizzazioni sindacali», spiega Bruno Pesce, coordinatore del Comitato Vertenza Amianto.
I nuovi casi
Oltre 300 nominativi che non sono nell’elenco delle parti lese depositato dalla Procura di Torino.
«In parte si tratta di casi nuovi che si sono ammalati o che sono deceduti recentemente, in parte di situazioni rimaste in istruzione e che forse verranno presentati in seguito dalla stessa Procura di Torino. Noi continueremo a segnalare alla Procura sia i casi nuovi sia quelli vecchi, per i quali nel frattempo abbiamo raccolto la necessaria documentazione, con l’obiettivo di costituire tutti come parte civile. Sarà poi la magistratura a decidere se inserirli nel processo attuale o se fare un secondo dibattimento».
Si lavora alla trasferta del 10 dicembre
Intanto si sta lavorando alla organizzazione di quella che sarà una data simbolicamente importantissima, l’apertura del processo penale - il 10 dicembre - contro coloro che le parti lese ritengono i veri responsabili dell’Eternit, il miliardario svizzero Stephan Schmidheiny e il barone belga Louis Cartier de Marchienne.
Dovranno comparire avanti al Tribunale di Torino, corso Vittorio Emanuele II n.130, maxi aula 1, in collegamento televisivo con maxi aula 2 e aula magna, il 10 dicembre 2009, ore 10.

Massimiliano Francia

giovedì 8 ottobre 2009

La ricerca e le cure del mesotelioma: convegno il 23 ottobre a Casale

http://www.ilmonferrato.it/articolo_attualita'.php?ARTICLE=0334df9dcb186bf4c15f74e8fc85b14d

«Come le nuove prospettive della ricerca sul cancro cambieranno il futuro dei pazienti affetti da mesotelioma pleurico». È il tema dell’incontro pubblico che si svolgerà venerdì 23 ottobre in città (al teatro Municipale o al Palafiere) e che vedrà - pare - come relatore d’eccezione il professor Carlo Maria Croce che spiegherà come sta cambiando la terapia dei tumori umani e coordinerà poi una tavola rotonda con alcuni esperti e ricercatori e con i medici casalesi, che quotidianamente si confrontano con il dramma del mesotelioma.
Incontro organizzato dal Comune su sollecitazione dei cittadini e dei familiari, con il supporto del GIME e dell’ASL.Scopo principale offrire una panoramica sulle terapie e le sperimentazioni per le patologie amianto correlate, ma anche sulle principalii direttrici di ricerca.
Carlo Maria Croce è direttore del Dipartimento di Virologia molecolare, Immunologia e Genetica umana presso l’Ohio State University.
La sua ricerca si è concentrata soprattutto sui cosiddetti microRNA, particelle molto piccole di acido ribonucleico, che regolano l’espressione dei geni assumendo spesso il ruolo di oncogeni (geni che favoriscono il cancro) o oncosoppressori (geni che bloccano il cancro).
Concentrando la ricerca soprattutto sul tumore del polmone e sulle leucemie è emerso che i microRNA hanno un ruolo importante nello sviluppo del cancro ed è stato osservato che alcune di queste molecole stimolando la produzione di geni oncosoppressori.
Ampio spazio sarà riservato agli interventi del pubblico.
La fiaccolata
L’appuntamento sarà probabilmente preceduto da una fiaccolata per le vie della città.

La ricerca e le cure del mesotelioma: convegno il 23 ottobre a Casale

da http://www.ilmonferrato.it/articolo_attualita'.php?ARTICLE=0334df9dcb186bf4c15f74e8fc85b14d

«Come le nuove prospettive della ricerca sul cancro cambieranno il futuro dei pazienti affetti da mesotelioma pleurico». È il tema dell’incontro pubblico che si svolgerà venerdì 23 ottobre in città (al teatro Municipale o al Palafiere) e che vedrà - pare - come relatore d’eccezione il professor Carlo Maria Croce che spiegherà come sta cambiando la terapia dei tumori umani e coordinerà poi una tavola rotonda con alcuni esperti e ricercatori e con i medici casalesi, che quotidianamente si confrontano con il dramma del mesotelioma.

Incontro organizzato dal Comune su sollecitazione dei cittadini e dei familiari, con il supporto del GIME e dell’ASL.Scopo principale offrire una panoramica sulle terapie e le sperimentazioni per le patologie amianto correlate, ma anche sulle principalii direttrici di ricerca.

Carlo Maria Croce è direttore del Dipartimento di Virologia molecolare, Immunologia e Genetica umana presso l’Ohio State University.

La sua ricerca si è concentrata soprattutto sui cosiddetti microRNA, particelle molto piccole di acido ribonucleico, che regolano l’espressione dei geni assumendo spesso il ruolo di oncogeni (geni che favoriscono il cancro) o oncosoppressori (geni che bloccano il cancro).

Concentrando la ricerca soprattutto sul tumore del polmone e sulle leucemie è emerso che i microRNA hanno un ruolo importante nello sviluppo del cancro ed è stato osservato che alcune di queste molecole stimolando la produzione di geni oncosoppressori.

Ampio spazio sarà riservato agli interventi del pubblico.

L’appuntamento sarà probabilmente preceduto da una fiaccolata per le vie della città.

martedì 6 ottobre 2009

CASALE PROTAGONISTA AL CONVEGNO MONDIALE SULL’ AMIANTO

Alla Conferenza Mondiale sull’Amianto organizzata dall’Istituto Superiore Prevenzione e Sicurezza sul Lavoro (ISPESL), svoltasi a Taormina dal 1 al 3 ottobre, si sono confrontate le esperienze di ricerca e di bonifica sull’amianto
In questo confronto non poteva mancare l’ esperienza acquisita in questi anni dai tecnici del Comune di Casale Monferrato nel condurre il lavoro di bonifica dello Stabilimento Eternit, del “polverino” e le graduatorie per i contributi per la rimozione dell’amianto sui tetti.
Questi sono i temi su cui si è soffermata la relazione dell’Assessore all’Ambiente Vito De Luca, che ha illustrato l’ articolazione del programma complessivo di bonifica del territorio. “E’ proprio da questo confronto che abbiamo ricavato la convinzione di come la realtà casalese, al contrario di altre che sono ancora decisamente indietro su questo percorso, abbia fatto passi consistenti verso la bonifica, anche se la strada per giungere alla meta prefissata è ancora lunga.”
La rappresentanza casalese ha lasciato agli atti della Conferenza la relazione stessa e la documentazione fotografica dei passi salienti della bonifica redatta dai tecnici comunali Arch. Coggiola e Geom. Zavattaro. L’ incontro ha fornito all’Assessore De Luca l’ occasione per evidenziare come sia necessario ottenere nuovi fondi per il completamento del programma, svincolando contemporaneamente le entrate dei finanziamenti per le bonifiche dell’amianto nel bilancio comunale e i corrispondenti contributi con esse finanziate, dalle regole del patto di stabilità.
“La bonifica del territorio, cosa peraltro dovuta ai cittadini, non può e non deve rappresentare un freno per l’ avvio di altri programmi per la città a causa delle regole del patto di stabilità”.

mercoledì 30 settembre 2009

Processo amianto: pubblicati gli elenchi delle parti lese


http://www.ilmonferrato.it/articolo_cronaca.php?ARTICLE=de78293ffae22e22df65780be316907a

Il Tribunale di Torino, per il tramite del Giudice Cristina Palmesino, ha reso noti gli elenchi delle parti lese nell'ambito del processo contro i responsabili dell'Eternit per le morti e per i danni causati dall'amianto, che prenderà avvio il 10 dicembre.
Gli elenchi sono consultabili e scaricabili dal sito internet del tribunale di Torino.
Il magistrato ha inoltre disposto che fossero inviati ai Comuni di Casale Monferrato, Cavagnolo e Rubiera.
Tutte le persone offese nell'ambito del citato procedimento potranno prendere visione del documento presso il servizio usceri di Palazzo S.Giorgio, sede del Comune di Casale, in via Mameli, da oggi, mercoledì 30 settembre e fino al 10 dicembre 2009 dal lunedì al venerdì dalle 9:00 alle 18:00 ed il sabato dalle 9:00 alle 18:00.

Massimiliano Francia


da http://www.tribunale.torino.it/in_evidenza.aspx

Processo Eternit - Pubblicazione per pubblici annunzi:

Decreto che dispone il giudizio (art. 429 c.p.p.) nel procedimento penale n. 24265/04 R.G. notizie di reato - n. 12039/05 R.G. G.I.P. - GUP Dott.ssa Cristina Palmesino - nei confronti di:

1. SCHMIDHEINY STEPHAN ERNEST, nato a Heerbrugg (Svizzera) il 29/10/1947, elettivamente domiciliato presso l'Avv. Astolfo Di Amato, con studio in Roma, via Nizza n. 59, difeso di fiducia dagli Avv. Astolfo Di Amato, del Foro di Roma, con studio in Roma, via Nizza n. 59 e Guido Carlo Alleva, del Foro di Milano, con studio in Milano, via Monti n. 6;
libero, contumace all'udienza preliminare;

2. DE CARTIER DE MARCHIENNE LOUIS, nato a Turnhout (Belgio) il 26/9/1921, elettivamente domiciliato presso l'Avv. Cesare Zaccone, con studio in Torino, via De Sonnaz n. 11, difeso dall'Avv. Cesare Zaccone, con studio in Torino, via De Sonnaz n. 11; libero, contumace all'udienza preliminare.

domenica 6 settembre 2009

Poletto: "La crisi, il laicismo le ferite di Torino"

http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cronaca/articolo/lstp/51811/

"Tante famiglie in autunno saranno a rischio. Siamo la capitale della carità. Lavoro, c'è più attenzione"


FLAVIO CORAZZA

Cardinale Poletto, lei è arrivato 10 anni fa sulla cattedra di San Massimo, e stasera celebrerà una messa alla Consolata alle 18,15. Com’è cambiata la città da allora?
«Dieci anni fa conoscevo questa città per sentito dire. Sia sul piano ecclesiale che civile. Giungevo da Asti, e avevo il cuore pieno di timore e tremore. Mi affidai al Signore, chiedendogli un aiuto speciale per lavorare in una città così importante, affascinante ma complessa. La prima preoccupazione fu di conoscere le varie realtà. Nel primo anno ho incontrato ciascun sacerdote e ho ascoltato i laici. E ho elaborato un piano ecclesiale che non avesse scadenza annuale ma decennale. Poi mi sono inserito in punta di piedi nella realtà civile e sociale, avviando un confronto fin dal Giubileo 2000 che è stata la prima occasione di dialogo. Invitai a un convegno 1200 persone rappresentative del territorio a Teatro Nuovo e mi misi in ascolto. Da quella esperienza costituii un forum permanente con la società. Da allora riunisco qui da me due volte l’anno per un pomeriggio 14 persone rappresentative. Rispetto a 10 anni fa la città è cresciuta molto nell’attenzione alle povertà e alle problematiche connesse al lavoro: nella diocesi ci sono 600 centri di ascolto per dare aiuto ai poveri. Ho ascoltato lavoratori e imprenditori in decine di crisi aziendali, per incoraggiare la ricerca di soluzioni positive».

Insediandosi, disse che Torino aveva delle ferite aperte: sono rimarginate e se ne sono aperte altre?
«Oggi c’è la grande ferita aperta e sanguinante che la crisi finanziaria mondiale provoca in migliaia di famiglie. Cassintegrati, operai in mobilità, licenziati: molte famiglie che prima vivevano decorosamente con due stipendi ora sono magari senza reddito o con salari ridotti. Mentre il mutuo casa e la rata per l’auto restano».

E la Chiesa, oltre a stare vicino a queste persone, che cosa fa in concreto?
«Io cerco di aiutare i poveri grazie a una mia San Vincenzo, che ho trovato già organizzata. Ricevo tutti i giorni, anche oggi, tante richieste di aiuto. Per fortuna la San Vincenzo è strutturata in modo da andare a domicilio per verificare come dare aiuto nei limiti del possibile».

Quello che inizia potrebbe essere un autunno molto difficile per tanti, con decine di aziende che potrebbero non riaprire. E’ la situazione peggiore che ha vissuto?
«No, il momento peggiore fu quando si temeva che la Fiat non ce la facesse e potesse chiudere o fallire. Allora era peggio di oggi, con decine di migliaia di famiglie a rischio. Per fortuna Umberto Agnelli, succeduto al fratello Avvocato al timone della Fiat, prese la decisione giusta, investendo sull’auto. Da lì la svolta e poi l’arrivo di Marchionne e lo slancio degli ultimi anni. Il dialogo con la nuova dirigenza è meno formale di un tempo, e si entra spesso nel concreto».

Papa Wojtyla chiudendo la messa per il centenario della morte di don Bosco in piazza Maria Ausiliatrice nel 1988 invitò energicamente Torino a «convertirsi». La città si è convertita?
«Il Papa a pranzo manifestò un problema, e quell’invito forse nacque in quel contesto».

Che problema?
«Chiese a noi vescovi presenti: come mai una città così ricca di santi è anche così laica? Noi dicemmo: Santità, non pensiamo a nessuna causa particolare. E’ il frutto della storia passata, che ha lasciato tracce di laicismo poi consolidate. Io credo che tutti abbiano sempre bisogno di conversione. Il Papa, forse, avrà voluto dire: sono qui per ricordarvelo, e per invitarvi a non cancellare l’eredità dei santi. Da allora la situazione è migliorata. Ci sono ancora atei e gente che combatte i valori religiosi, ma ci sono più rispetto e considerazione nei confronti della realtà ecclesiale. Il clima di dialogo, pur su posizioni diverse, è sempre cresciuto».

Proprio a lei, per due anni e mezzo prete operaio autorizzato dal vescovo a Casale, è toccato celebrare i funerali dei 7 morti della Thyssen, la più grande tragedia del mondo del lavoro dell’Italia moderna. C’è stato un momento in cui ci si è scordati dei problemi dei lavoratori?
«Qui l’industria manifatturiera ha avuto e ha ancora grande spazio rispetto ad altri posti, ed è ben viva l’attenzione alle problematiche del mondo del lavoro. Indubbiamente quando capitano certe disgrazie le coscienze sono interrogate con più forza. Ancor prima della strage di dicembre, a giugno per San Giovanni, presi posizione contro la proprietà di quella fabbrica che aveva annunciato la chiusura per trasferire a Terni i dipendenti. Quando un’industria per qualche decennio ha insediato un suo stabilimento in un territorio ritengo abbia doveri di riconoscenza verso il territorio stesso. Questo concetto si è fatto strada, si veda quanto accaduto alla Indesit».

Ma è stato fatto qualcosa per migliorare la vita nei luoghi di lavoro? Anche l’Osservatore Romano ha a lungo tenuto la conta del numero dei morti sul lavoro, poi ha lasciato perdere.
«La prima cosa da fare, soprattutto nel campo dell’edilizia che ha il primato delle vittime, è la sicurezza della salute e della vita dei dipendenti. E lì le cose vanno migliorando. A Casale si muore ancora per il mesotelioma provocato dall’amianto della Eternit. Però ho anche visto come segni di progresso tre realtà produttive di Mirafiori - la linea della Grande Punto, il Centro Design e il Centro Produzione Abarth - che Marchionne mi ha chiamato a benedire di recente. Questi luoghi sono strutturati con un’attenzione particolare verso le persone».

Torino è ancora una città che fa carità, coltiva speranza e ha fiducia?
«Che faccia carità è fuori discussione, è la città della carità. Nessuna grande città ha strutture e disponibilità come la nostra. Vuole un esempio? Al Cottolengo c’è una donna di 86 anni, piccola di statura, che è stata portata lì quando ne aveva 6, e da allora non s’è mai mossa da questo luogo di carità. Realtà e storie come questa contagiano l’intera città, dai santi sociali ai giorni nostri. Un giorno Chiamparino mi ha detto: se tutte le parrocchie improvvisamente chiudessero io non saprei come tenere in piedi Torino. E’ un riconoscimento che il sindaco fa al grande ruolo della Chiesa nella città. Quanto alla fede, se guardiamo alla partecipazione alle messe domenicali siamo purtroppo a livelli molto bassi».

Dieci per cento?
«Circa, con situazioni a macchia di leopardo, da zone con il 2-3% al 10%, ma nei paesi si arriva anche al 40. Ma la fede non si può misurare solo così. Tanti tornano a messa al paese d’origine. Ma per fortuna quelli che vanno a messa sono più convinti di una volta. Quanto alla fiducia, certo non è periodo buono, con questa brutta botta della crisi… Molti si sono ritrovati a condizioni di vita che ritenevano superate, ma il mio messaggio è che bisogna credere alla Provvidenza. Il Padre celeste ci farà senz’altro uscire da questa brutta situazione».

E la crisi delle vocazioni?
«Non posso negarla. Il card. Fossati ordinava anche 30 sacerdoti l’anno, io uno-due se va bene. Il record è stato nove. Ma le vocazioni sono migliorate in qualità. Oggi quasi tutti i giovani che entrano in seminario hanno il diploma di maturità e la loro formazione è accurata».

Costruzione della moschea e sistemazione dei profughi, due casi aperti. Come risolverli?
«La Chiesa è per favorire l’accoglienza. Il diritto a emigrare è sacrosanto, ne hanno usufruito anche gli italiani. Ma sempre nel rispetto delle leggi e della legalità. Chi viene da noi per migliorare il tenore di vita deve avere la possibilità di trovare un lavoro e una vita decorosa. Quanto alla moschea penso che i musulmani abbiano diritto a un luogo di preghiera, ma secondo me deve passare ancora un po’ di tempo per costruire un minareto accanto a un campanile. Torino non è pronta. Nulla in contrario invece alle sale di preghiera, non li dobbiamo costringere a pregare in piazza».

La critica che l’ha ferita di più in questi 10 anni forse è stata per la costruzione della chiesa del Santo Volto, vero?
«Sì. Ho accettato le critiche ma sono andato avanti lo stesso anche perché avevo fatto una consultazione con il clero impegnandomi in anticipo ad accettarne l’esito. Il risultato fu un incoraggiamento ad andare avanti. Ora possiamo constatare che nel complesso del Santo Volto firmato da un architetto di fama come Mario Botta abbiamo realizzato una chiesa per una parrocchia di 13 mila abitanti, gli uffici della curia metropolitana, un centro congressi per 700 posti con un grande foyer e due piani di parcheggi. Il tutto senza chiedere offerte ai sacerdoti o ai fedeli, ma con il contributo di enti e fondazioni bancarie e con risparmi interni. Senza far debiti o intaccare le riserve diocesane».

E il momento più bello?
«La chiusura delle missioni diocesane, con 7 mila fedeli torinesi al pellegrinaggio e all’udienza del Papa per concludere l’anno di redditio fidei. Lì il Santo Padre annunciò l’Ostensione della Sindone dell’anno prossimo e ci promise che verrà a Torino».

Che ricaduta avrà sulla città l’Ostensione?
«Spero molto positiva. All’inizio pensavo di attendere ancora qualche anno, poi ho accolto le tante richieste ricevute anche per far vedere la Sindone dopo il restauro del 2002. Credo che la presenza della Sindone a Torino sia il segno che la città è benedetta da Dio».

Come sono i rapporti con gli enti locali?
«Con il Comune non ci sono mai stati contrasti, con la Regione - perché ha competenze diverse che abbracciano il campo sanitario e quindi anche etico - ci sono state a volte prese di posizione divergenti, ma sempre con rispetto delle persone».

Il pregio dei torinesi?
«Sono molto sensibili al rispetto delle istituzioni, forse retaggio dell’eredità sabauda. Pensano che le istituzioni, Chiesa compresa, sono cose serie. Con il passare degli anni ho scoperto una Torino migliore di quella che conoscevo prima».

E il difetto?
«Come potrei guardare la pagliuzza nell’occhio di gente che mi ha accolto così bene, senza prima vedere i miei limiti?».

venerdì 4 settembre 2009

Casale, prosegue la bonifica dell'amianto

http://www.valenza.it/index.php?pag=notizia&id=18222

Come si ricorderà nel 1997 il Ministero dell'Ambiente aveva identificato come “area critica di Casale Monferrato” il territorio corrispondente al perimetro dei 48 Comuni della circoscrizione dell'ex USL 76 corrispondente ad un'area di 738 Km2 e interessati alla bonifica di materiali contenenti amianto.Una stima previsionale fatta allora aveva dato come risultato 1 milione di metri quadrati di materiale da rimuovere.
Le bonifiche sono iniziate sul patrimonio pubblico nel 1998 e sulle proprietà private nel 2005.Per quanto riguarda il patrimonio pubblico tra il 1998 e il 2007 sono stati bonificati in totale 125.000 mq. di coperture in cemento-amianto.
La gestione invece della bonifica di coperture private organizzata dal Comune di Casale, si esplica mediante bandi a periodicità biennale che incentivano la rimozione mediante contributi da erogare ai cittadini a parziale rimborso (max. 50%) delle spese sostenute, per 30 Euro al mq.
Le bonifiche poi vengono distribuite nel tempo in un periodo di almeno 5 anni, finanziando le richieste a partire dalle situazioni a maggior punteggio di rischio. Per il bando del 2005 sono sono state presentate 1085 domande per mq. 489.301,19 mentre per il bando del 2007 le domande presentate sono state 549 per mq. 291.154,94 che sommati a quelli del 2005 e a quelli del patrimonio pubblico portano a circa 905.000 il totale generale dei metri quadrati contenenti amianto dei quali 315.000 sono già stati “trattati”. Su questi dati finora presi in esame si inseriscono quelli recentissimi relativi al terzo bando del 2009 per il quale sono state presentate 491 domande per un totale di circa 245.000 mq. portando così il totale dei mq. a 1.150.000.
L'impegno finanziario per questi tre bandi ammonta a 26,4 milioni di Euro. Per le coperture è stato necessario redigere una graduatoria assegnando un punteggio alle richieste che tiene conto del maggior indice di rischio. Con i fondi attualmente a disposizione per il bando 2009 potranno essere finanziate le richieste con punteggio pari o maggiore di 15. Contestualmente sono state revisionate le graduatorie precedenti: con i fondi attualmente a disposizione potranno essere finanziate le richieste del bando 2005 con punteggio di 12 e del bando 2007 con punteggio di 14. “Calcolando il delta tra le domande presentate nel 2005 (1085) e quelle presentate nel 2007 (549) ritenevamo di trovarci di fronte ad un trend fortemente in calo” è stato il commento dell'assessore all'ambiente Vito De Luca.
“Invece il numero di domande (491) pervenuteci con il terzo bando ci fa pensare di non essere così vicini ad una soluzione del problema. Poiché nel programma di governo di questa amministrazione è stato scritto a chiare lettere di voler portare a termine la totale bonifica da amianto, mi auspico di avere dai soggetti pubblici e privati la più ampia collaborazione per estirpare questo male che ha così pesantemente segnato la nostra Città e i suoi cittadini. Esorto quindi tutti a segnalare quanto prima contattando lo Sportello Unico Amianto del Comune (0142-444.211) ogni residuo ancora giacente di amianto per poterci dotare in maniera definitiva dei finanziamenti necessari per raggiungere questo traguardo tanto auspicato” ha concluso De Luca.

sabato 1 agosto 2009

A DICEMBRE IL VIA AL PROCESSO AI DUE MAGNATI DELL’AMIANTO

http://www.mediapolitika.com/wordpress/archives/3254

IL PROCESSO - Forse per 2191 morti sarà fatta giustizia. Grazie ad una decisione epocale nel genere, il gup Cristina Palmesino ha rinviato a giudizio i due magnati dell’ amianto, il miliardario svizzero Stephan Schmidheiny e l’anziano barone belga Jean Louis De Cartier De Marchienne, chiamati in causa per l’ operato delle fabbriche Eternit di Casale Monferrato, Cavagnolo, Rubiera, Bagnoli.
I due imputati saranno processati a partire dal 10 dicembre di quest’anno per i seguenti capi d’accusa: omissione dolosa di cautele e misure di protezione e disastro doloso. Una vera e propria carneficina non solo per i lavoratori impegnati negli stabilimenti incriminati, ma anche per i residenti delle zone adiacenti alle fabbriche.
2289 le persone offese nel capo d’accusa: una mobilitazione generale che ha coinvolto le tre regioni interessate, Piemonte, Emilia Romagna e Campania, le province di Torino e Alessandria, i comuni piemontesi di Casale e Cavagnolo e il comune emiliano di Rubiera. Insieme ad alcune sigle di sindacati come Cgil e Cisl e alle associazioni quali il Codacons, Legambiente, Medicina democratica, l’Associazione familiari vittime amianto Casale e l’Associazione italiana esposti amianto.
L’AMIANTO - L’amianto, da sempre utilizzato in Italia nelle attività di coibentazione e della produzione di manufatti in cemento-amianto e messo al bando soltanto nel 1992, ha fatto sì che, a partire dal 1983 il numero delle vittime della zona in questione e quello dei malati, aumentasse inesorabilmente anno dopo anno. L’inalazione dell’amianto causa infatti la comparsa di mesoteliomi, ossia il tumore della pleura provocato selettivamente proprio da questo materiali, e altri casi di tumori ai polmoni, esofago, laringe. Le malattie però non colpiscono soltanto i lavoratori direttamente coinvolti nella produzione, ma anche coloro i quali vengano esposti a contatti ambientali e domestici.
Il processo che si aprirà a dicembre sarà quindi un passo importante perché sotto accusa saranno posti i magnati delle multinazionali, coloro i quali riescono spesso ad arginare controlli e a porre in secondo piano non sola la sicurezza degli operai, ma anche quella dei cittadini e dell’ambiente, causando dei veri e propri disastri umani ed ecologici. Un processo atteso con impazienza e la cui sentenza potrebbe rappresentare una rivoluzione nel mondo giuridico.

mercoledì 27 maggio 2009

Avviata oggi a Siena sul primo paziente una nuova possibile cura per il mesotelioma pleurico.


http://www.ilmonferrato.it/articolo_attualita'.php?ARTICLE=e69b3dace6b071023dd91dcb237a2ac7

Dall'ufficio stampa del Policlinico Santa Maria alle Scotte di Siena riceviamo e pubblichiamo

Trattato oggi a Siena il primo paziente al mondo con una nuova possibile cura per il mesotelioma pleurico. L’importante traguardo è stato raggiunto dall’U.O.C. Immunoterapia Oncologica del policlinico Santa Maria alle Scotte, diretta dal dottor Michele Maio, unico reparto in Italia di oncologia medica dedicato alla terapia immunologica e biologica del cancro, su cui ha investito molto la Regione Toscana anche attraverso l’Istituto Toscano Tumori.

«Si tratta di un anticorpo monoclonale – spiega Maio – che stiamo già sperimentando con risultati promettenti in altri tumori dell’uomo e che ora, per la prima volta, viene impiegato per combattere questa malattia, ad alto impatto sociale in quanto direttamente correlata all’esposizione ambientale e professionale all’amianto».

Lo studio senese è di fase due e coinvolgerà ventinove pazienti provenienti da tutta Italia con specifiche caratteristiche cliniche e biologiche, selezionati anche dal Gruppo Italiano per il Mesotelioma presieduto dal dottor Luciano Mutti, di cui fa parte l’èquipe diretta dal dottor Maio.

«La molecola che stiamo utilizzando è in grado di ‘togliere il freno’ al sistema immunitario – aggiunge Maio – bloccando anche l’attività di una popolazione specifica di linfociti che ne regola fisiologicamente l’attività. In questo modo viene fortemente potenziata la risposta immunitaria al tumore. L’immunoterapia può quindi rappresentare una strategia terapeutica promettente perchè per il mesotelioma, le tre armi comunemente usate contro il cancro e cioè chirurgia, radioterapia e chemioterapia non sono particolarmente efficaci poichè, nella maggioranza dei casi, la malattia viene identificata solo in fase avanzata».

Il progetto clinico appena avviato è frutto di un lungo e complesso lavoro di ricerca di laboratorio, svolto anche in collaborazione con il Centro di Riferimento Oncologico di Aviano e reso possibile grazie a specifici finanziamenti assegnati negli anni scorsi all’équipe del dottor Maio dalla Fondazione Buzzi Unicem di Casale Monferrato che sostiene progetti e interventi per la diagnosi e cura di questa malattia che, in alcune aree italiane, ha una frequenza di nuovi casi di 10-15 volte superiore rispetto al resto della popolazione, con circa 1500 nuovi casi all’anno e che, si prevede, avrà un picco d’incidenza tra il 2020 e il 2025.

«Lo studio – conclude Maio – terminerà nel 2011 e, in caso di risultati positivi, passerà alla fase tre, coinvolgendo diverse centinaia di pazienti non solo in Italia ma anche all’estero. La ricerca di nuove e più efficaci terapie per il trattamento del mesotelioma è infatti un’esigenza sentita sia nei Paesi industrializzati che in quelli in via di sviluppo».

venerdì 22 maggio 2009

Per l'amianto cinque miliardi di risarcimenti danni. Senza contare le bonifiche

http://www.ilmonferrato.it/articolo_attualita'.php?ARTICLE=9b5a577d911aa6a71f7c78a8ad740675

Il comitato regionale INPS ieri mattina - giovedì - ha votato all’unanimità (con la sola astensione dei rappresentanti di Confindustria) l’ordine del giorno che invita la Direzione Nazionale dell’Istituto alla costituzione di parte civile nel processo amianto che si sta istruendo a Torino allo scopo di ottenere il risarcimento delle spese sostenute a causa dell’amianto.
Un mare di soldi per pagare le indennità ai lavoratori che hanno svolto un’attività riconosciuta estremamente pericolosa e usurante per la salute, soldi dei cittadini che adesso l’INPS vuole indietro dagli eventuali responsabili.
Lo rende noto Bruno Pesce, componente del comitato regionale dell’INPS ma anche coordinatore del Comitato Vertenza Amianto e - da decine di anni ormai - in prima linea nella lotta contro la fibra killer.
E la costituzione dell’INPS - che sarà formalizzata probabilmente nell’udienza di lunedì prossimo, 25 maggio - sarà pesante in quanto i suoi avvocati hanno anticipato che si aggirerà attorno ai tre miliardi di euro.
Complessivamente il risarcimento richiesto sarà di oltre cinque miliardi di euro, una cifra enorme.
Vanno infatti considerati anche i 250 milioni di euro che intende chiedere l’INAIL, e quelle avanzate da ognuna delle singole parti lese: dagli 800mila euro al milione, spiegano i legali che significa un conto da circa 2,5 miliardi di euro, visto che le vittime dell’Eternit in Italia sono state complessivamente finora 2889.
E le spese per le bonifiche?
Vanno poi aggiunte le spese sostenute da Comuni, Province e Regioni per le bonifiche ambientali, indispensabili per azzerare il rischio amianto, tutt’oggi.
Si parla di altre centinaia di milioni di euro considerata l’enorme quantità di manufatti in cemento-amianto ancora oggi presenti in Italia.
Rimozioni, smaltimento, costruzione di discariche tutte spese causate dall’amianto.
Non si è ancora costituito invece- per ora - lo Stato italiano.
Le udienze preliminari
Le udienze riprenderanno lunedì 25 maggio e associazioni e sindacati stanno organizzando la trasferta. Quasi tre i pullman già costituiti ieri pomeriggio - giovedì - ma chi volesse partecipare è invitato a mettersi in contatto con le sedi sindacali.
L’udienza di lunedì
Nell’udienza di lunedì prima interverrà la difesa degli indagati (lo svizzero Stephan Schmidheiny e il belga Cartier) che presenterà opposizione alle ultime costituzioni da parte di alcune associazioni, poi la Procura replicherà e il giudice potrebbe cominciare comunicare le proprie decisioni in merito alle costituzioni di parte civile o - più probabilmente - si limiterà a comunicare come intende procedere.
Le udienze preliminari sono già fissate fino al 27 di luglio, ma «si spera che non sia necessario giungere fino a tale data e che si possa procedere con il rinvio a giudizio al più presto», dice Pesce, che sottolinea che la costituzione di parte civile è stata sospesa proprio per evitare di tirare alle lunghe questa fase preliminare.
L’auspicio delle parti lese è naturalmente che vengano accolte le richieste della Procura soprattutto per il «disastro ambientale doloso ancora in attualità perché il polverino è tuttora i giro e i responsabili non hanno mai detto nulla neanche dopo la legge del 1992 che ha messo al bando l’amianto; nessuno si è sentito in dovere in dover di lanciare l’allarme, pur sapendo che c’era in essere un rischio estremamente grave».
Uno snodo fondamentale per evitare la prescrizione; a quel punto i tempi lunghi del processo non inciderebbero più di tanto.
Massimiliano Francia