venerdì 22 maggio 2009

Per l'amianto cinque miliardi di risarcimenti danni. Senza contare le bonifiche

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Il comitato regionale INPS ieri mattina - giovedì - ha votato all’unanimità (con la sola astensione dei rappresentanti di Confindustria) l’ordine del giorno che invita la Direzione Nazionale dell’Istituto alla costituzione di parte civile nel processo amianto che si sta istruendo a Torino allo scopo di ottenere il risarcimento delle spese sostenute a causa dell’amianto.
Un mare di soldi per pagare le indennità ai lavoratori che hanno svolto un’attività riconosciuta estremamente pericolosa e usurante per la salute, soldi dei cittadini che adesso l’INPS vuole indietro dagli eventuali responsabili.
Lo rende noto Bruno Pesce, componente del comitato regionale dell’INPS ma anche coordinatore del Comitato Vertenza Amianto e - da decine di anni ormai - in prima linea nella lotta contro la fibra killer.
E la costituzione dell’INPS - che sarà formalizzata probabilmente nell’udienza di lunedì prossimo, 25 maggio - sarà pesante in quanto i suoi avvocati hanno anticipato che si aggirerà attorno ai tre miliardi di euro.
Complessivamente il risarcimento richiesto sarà di oltre cinque miliardi di euro, una cifra enorme.
Vanno infatti considerati anche i 250 milioni di euro che intende chiedere l’INAIL, e quelle avanzate da ognuna delle singole parti lese: dagli 800mila euro al milione, spiegano i legali che significa un conto da circa 2,5 miliardi di euro, visto che le vittime dell’Eternit in Italia sono state complessivamente finora 2889.
E le spese per le bonifiche?
Vanno poi aggiunte le spese sostenute da Comuni, Province e Regioni per le bonifiche ambientali, indispensabili per azzerare il rischio amianto, tutt’oggi.
Si parla di altre centinaia di milioni di euro considerata l’enorme quantità di manufatti in cemento-amianto ancora oggi presenti in Italia.
Rimozioni, smaltimento, costruzione di discariche tutte spese causate dall’amianto.
Non si è ancora costituito invece- per ora - lo Stato italiano.
Le udienze preliminari
Le udienze riprenderanno lunedì 25 maggio e associazioni e sindacati stanno organizzando la trasferta. Quasi tre i pullman già costituiti ieri pomeriggio - giovedì - ma chi volesse partecipare è invitato a mettersi in contatto con le sedi sindacali.
L’udienza di lunedì
Nell’udienza di lunedì prima interverrà la difesa degli indagati (lo svizzero Stephan Schmidheiny e il belga Cartier) che presenterà opposizione alle ultime costituzioni da parte di alcune associazioni, poi la Procura replicherà e il giudice potrebbe cominciare comunicare le proprie decisioni in merito alle costituzioni di parte civile o - più probabilmente - si limiterà a comunicare come intende procedere.
Le udienze preliminari sono già fissate fino al 27 di luglio, ma «si spera che non sia necessario giungere fino a tale data e che si possa procedere con il rinvio a giudizio al più presto», dice Pesce, che sottolinea che la costituzione di parte civile è stata sospesa proprio per evitare di tirare alle lunghe questa fase preliminare.
L’auspicio delle parti lese è naturalmente che vengano accolte le richieste della Procura soprattutto per il «disastro ambientale doloso ancora in attualità perché il polverino è tuttora i giro e i responsabili non hanno mai detto nulla neanche dopo la legge del 1992 che ha messo al bando l’amianto; nessuno si è sentito in dovere in dover di lanciare l’allarme, pur sapendo che c’era in essere un rischio estremamente grave».
Uno snodo fondamentale per evitare la prescrizione; a quel punto i tempi lunghi del processo non inciderebbero più di tanto.
Massimiliano Francia

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