martedì 8 dicembre 2009

Eternit, la resa dei conti


http://tg24.sky.it/tg24/cronaca/2009/12/07/processo_eternit_amianto.html

di Valentina Guzzardo

"Quì a Casale una volta entrare alla Eternit era come entrare alla Fiat. Dal '75 si iniziava a capire che l'amianto faceva male però c'era da lavorare. I proprietari facevano orecchio da mercante ma ora ci si è ammalati tutti. Appena senti un pizzichino nella schiena – noi che lo sappiamo com'è la faccenda – vai all'ospedale, ti dicono: mesotelioma pleurico non operabile. E sai già che è finita". Si sfoga in dialetto, il signor Pierfranco, ex operaio della fabbrica Eternit di Casale Monferrato, 35mila abitanti in provincia di Alessandria e 1500 morti tra asbestosi, carcinoma polmonare e mesotelioma. Una strage, quella dell'amianto marchiato Eternit, che conta tremila vittime accertate in tutta Italia.

Una tragedia che il 10 dicembre 2009, dopo anni di battaglie, andrà a processo Torino. Duecentomila pagine di carte, 2900 parti lese, 10 parti civili (comprese Cgil, Inps e Inail) selezionate dal giudice per l'udienza preliminare tra più di 700 che si erano presentate. Alla sbarra i vertici della multinazionale ex proprietaria degli stabilimenti in Piemonte, Campania, Emilia Romagna: Stephan Ernest Schmidheiny, miliardario svizzero 62enne e Jean Marie Louis Ghislain De Cartier De Marchienne, barone belga di 88 anni. Dopo il trauma provocato dalla decisione di estendere i benefici dell'indulto ai reati ai danni dei lavoratori, grazie al "pacchetto Damiano" in materia di sicurezza è stato possibile applicare la responsabilità civile nel processo penale alle aziende, iscrivendo le società nel registro degli indagati, come è successo nel caso Parmalat. L'accusa: disastro doloso e rimozione volontaria di cautele.

"La prima cosa che mi fece prendere coscienza del problema amianto in Eternit fu vedere due-tre volte a settimana, in fabbrica, manifesti da morto - ricorda Nicola Pondrano, segretario della Camera del lavoro di Casale ed ex operaio - E io che ero giovane mi chiedevo: ma come mai qua dentro si muore così, a 50-52 anni? Mi venne detto: la polvere". Nella città famosa per i biscotti krumiri lo chiamano familiarmente "polverino", anche se è il loro killer perchè intriso di fibre d'amianto. La piaga della comunità casalese è stata infatti proprio questa: lo scarto volatile della tornitura a secco delle testate dei tubi. L'hanno respirato tutti i cittadini, non solo gli operai, perchè si usava per le coperture dei tetti delle case e per molto altro. "Nel mio cortile l'hanno utilizzato come asfalto. Mi ricordo che c'erano mucchi di amianto e noi bambini giocavamo lì come fosse sabbia", dice Luisa Minazzi, una cittadina colpita dalla malattia. "Lo stendevano, lo bagnavano, passavano il rullo a mano e poi seminavano il riso, il grano – ricorda Franco, un altro ex operaio - Fino al '60 il polverino l'hanno regalato, quando la richiesta era maggiore della produzione hanno detto: qui è meglio farselo pagare al carico".

La Germania ha riconosciuto la cancerosità dell'amianto nel 1943. In Italia, per la sua messa al bando definitiva, si è dovuto aspettare il 1992: la legge n. 257 fu una vittoria dopo anni di battaglie sindacali. La prima malattia professionale amiantocorrelata riconosciuta dall'Inail - che ha chiesto un risarcimento da 246 milioni di euro - è stata l'asbestosi. Nel 1994 lo sono diventate anche il mesotelioma e il carcinoma polmonare.

Le fabbriche Eternit di Cavagnolo, Bagnoli, Rubiera e Casale Monferrato sono state chiuse nel 1986 ma non tutto è finito: secondo gli esperti la mortalità per amianto - dovuta a tumori con 30 anni di latenza - raggiungerà il suo apice nel 2020. "Abbiamo 50 mesoteliomi all'anno. L'80 percento riguarda la popolazione in generale", sottolinea Bruno Pesce, coordinatore del comitato vertenza amianto. Un disastro ancora in atto: in Italia sono 75mila gli ettari di terreno contaminati da fibre cancerogene, attesta Legambiente. A Casale Monferrato la fabbrica è stata bonificata ma la questione è più complicata per il resto del territorio. "Il polverino sovente è nascosto o interrato o nei sottotetti e quindi emerge poco alla volta", spiega l'ex sindaco di Casale Riccardo Coppo, che nell'86 mise al bando l'amianto in tutto il territorio comunale: "Non si sa con esattezza quante superfici contaminate siano ancora presenti perché emergono col tempo. Oggi in città c'è una coscienza molto cresciuta, i cittadini collaborano molto e segnalano. Il Comune è punto di riferimento e interviene, secondo le graduatorie, a mano a mano che ha risorse".

L'amianto è un problema di stretta attualità non solo in Italia ma a livello mondiale, perché sono tuttora aperti stabilimenti che lavorano la fibra d'amianto in modo letale. "Il nostro processo serve a porre le condizioni per iniziare una battaglia globale nel vero senso del termine. – dice ancora Nicola Pondrano - Vogliamo fare in modo che paesi come il Canada la smettano di essere i più grandi esportatori al mondo di questo materiale e che potenze grandi ed emergenti come Cina e India non lo lavorino più, affinché quello che è successo in Europa, a Casale, non avvenga più nel mondo".

Al processo parteciperanno avvocati europei che nei rispettivi paesi hanno già promosso azioni legali. Nell'intera Unione Europea il 10 dicembre è stata organizzata una mobilitazione globale. E' nata la rete "Eternit in collera", costituita dall'insieme delle realtà comunitarie dove le fabbriche d'amianto sono state attive o lo sono tutt'ora.

"La ricchezza prodotta non può essere al di sopra del valore della vita", grida Bruno Pesce: "Si parla tutti i giorni della necessità di difendere la vita, ma quando è la vita dei lavoratori è ancora vita? ". Sarà il Tribunale di Torino a dirlo.

Astolfo Di Amato, uno degli avvocati di Ernest Schmidheiny, è irremovibile: "Il mio assistito ha seguito una logica di tutela, non di profitto. Oggi c'è un processo sommario che individua dei mostri senza andare per il sottile. Quando Ernest Schmidheiny è arrivato alla direzione Eternit - prosegue il legale - non ha percepito un centesimo di utili e ha investito 55 miliardi di lire in sicurezza, che alla metà degli anni '70 erano una cifra enorme”. Nicola Pondrano, che contro l'amianto Eternit combatte da metà della sua vita, teme possa essere una battaglia impari: "Le forze in campo sono forze enormi, persone molto potenti e molto ricche. Ci aspettiamo una forte capacità di tiro sul piano delle schermaglie legate alle eccezioni che verranno presentate. Verranno messe in discussione anche dal punto di vista medico legale le stesse lastre, valutazioni del danno che i lavoratori hanno riscontrato in questi anni. Parafrasando: siamo un po' come Davide e Golia".

ETERNIT: GIOVEDI' A TORINO SI APRIRA' UN PROCESSO STORICO

http://www.agi.it/torino/notizie/200912081234-cro-r010147-eternit_giovedi_a_torino_si_aprira_un_processo_storico

Ancora una volta a Torino, ancora nella maxi aula numero 1 del Palazzo di Giustizia. Il processo per le vittime dell'eternit si aprira' giovedi' nello stesso luogo dove si sta celebrando un altro processo simbolo delle morti sul lavoro, quello per il rogo della Thyssen. Non a caso, mentre nel tribunale si aprira' il dibattimento, fuori, per le strade, sfilera' la manifestazione nazionale contro le 'morti bianche', che culminera' proprio davanti al tribunale, dove sono attesi decine di pullman da tutta Italia e anche da molti Paesi europei.
Il processo Eternit e' il piu' ampio che sia mai stato celebrato per questioni legate all'amianto: 2.889 le parti lese, tra familiari di deceduti, eredi o persone che si sono ammalate per gli effetti della lavorazione dell'amianto negli stabilimenti italiani di Casale Monferrato (Alessandria), Cavagnolo(Torino), Rubiera (Reggio Emilia) e Bagnoli (Napoli).
Chiusi nel 1986, ma la tragedia prosegue ancora con decine di casi di malattie amianto-correlate ogni anno. Un disastro di cui e' chiamato a rispondere direttamente il vertice della multinazionale, che si e' succeduto dal 1952: il barone Jean-Marie Louis Ghislain de Cartier de Marchienne, 88 anni, e il magnate svizzero Stephan Schmidheiny, 62 anni, accusati di disastro doloso e rimozione volontaria di cautele. Il rinvio a giudizio era stato disposto dal Gup il 22 luglio scorso, ma la novita' forse piu' eclatante e' arrivata poche settimane fa, quando il tribunale di Torino ha citato come responsabile civile all'udienza del 10 dicembre la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Una citazione richiesta dalla vedova di un cittadino di Casale Monferrato deceduto a causa dell'esposizione all'amianto lavorato: secondo la signora, lo Stato italiano e' responsabile "per non avere adottato i provvedimenti necessari a garantire il rispetto dei principi costituzionali e l'attuazione delle specifiche direttive Cee in materia di tutela della salute dei lavoratori" e chiede, quindi, che "sia condannato con gli imputati del procedimento penale al risarcimento dei danni, patrimoniali e non patrimoniali".
Nel processo sono 10 le parti civili che si sono finora costituite, compresi Cgil, Insp e Inail: quest'ultimo ente chiede il risarcimento di circa 246 milioni di euro spesi per gli indennizzi ad ammalati e familiari. Nelle prime udienze non si entrera' ancora nel vivo: saranno per lo piu' dedicate alla burocrazia processuale, con costituzioni di parte civile, liste di testimoni da presentare ed altri adempimenti.
Il dibattimento dovrebbe avere un calendario di due udienze a settimana, un ritmo che dovrebbe ulteriormente escludere il rischio di essere eventualmente toccato dalle norme sul cosiddetto "processo breve".(AGI) Cli/Chc/To/Ral

venerdì 4 dicembre 2009

Eternit: 300 rose e 3000 fiaccole. Giovedì il processo

http://www.ilmonferrato.it/articolo_attualita'.phpARTICLE=3896a8ff5825134e0135a99bdd877e84

Un processo lungo e difficile ma che i magistrati di Torino intendono portare avanti con il massimo impegno.
Due udienze a settimana, e una attenzione anche per l’aspetto organizzativo che fa comprendere come il Tribunale abbia valutato anche il forte impatto sociale che ha il processo, un dibattimento che chiede una parola di giustizia su un disastro senza pari.
Una notizia positiva che il professor Davide Petrini, del collegio dei legali che rappresentano le parti lese (ben 1900 famiglie), ha comunicato martedì pomeriggio all’assemblea delle vittime dell’amianto sottolineando che «sul banco degli imputati non c’è, questa volta, qualche dirigente o qualche direttore di stabilimento, ma i gestori di quella sorta di multinazionale dell’amianto che operava in Italia e in altre parti del mondo».
Un processo che avrà indubbiamente ricadute anche in altre parti d’Europa, perché il quesito a cui dovrà rispondere - ha detto l’avvocato - è: «Chi prendeva realmente le decisioni per gli stabilimenti italiani e di altri Paesi»?

Prima la salute, poi il denaro
Una valutazione fatta precedentemente da Alain Gherif presidente dell’ANDEVA francese, l’associazione delle vittime e dei familiari dell’amianto che in Francia conta ben 22mila iscritti.
«Da 14 anni chiediamo un processo in Francia perché i responsabili rendano conto alla società. I responsabili devono pagare per i loro delitti. In Francia il principale industriale del settore è stato imputato solo la scorsa settimana e questo perché il processo di Torino è stato esemplare. Vogliamo che la Francia segua l’esempio dell’Italia, perché si affermi che la salute deve venire prima del denaro e che i padroni non hanno diritto di vita e di morte sui loro lavoratori».
Sembrerebbe un paradosso dover conquistare il rispetto per la vita, e invece, nella civilissima Europa, non è neppure scontato che la giustizia se ne occupi. E una strage sotto gli occhi di tutti rischia di restare senza responsabili, a meno che non siano i cittadini che chiedono a gran voce che sia istruito con mezzi adeguati a svolgere una vera indagine.

L’udienza del 10 dicembre
L’udienza del 10 dicembre - ha fatto presente Petrini - dal punto di vista procedurale sarà pura e semplice burocrazia.
Si tratterà della costituzione delle parti civili ma avrà un valore simbolico enorme, perché sarà comunque l’apertura del più grande processo per amianto che si sia mai messo in piedi.
Il primo testimone dell’accusa - la voce cioè che porterà nel vivo del processo e che aprirà quindi il grande capitolo dell’accertamento delle responsabilità, il lungo confronto per capire chi e come ha inquinato un intero territorio con l’amianto causando migliaia di morti- verrà sentito dopo un certo numero di udienze, quando saranno finite le “scartoffie”, necessarie, indispensabili e da compilare con la massima accortezza per evitare che il processo sia affossato per delle stupidaggini.

Processo breve ma...
Il processo, se verranno rispettati i tempi calendarizzati dai magistrati potrebbe arrivare a conclusione entro un paio di anni, perciò sarebbe fuori dal rischio prescrizione, attualmente comunque inesistente, ha detto Petrini, anche per altri motivi: perché sono esclusi i delitti per violazione delle normative di tutela dei lavoratori e perché le pene previste sono superiori al fatidico tetto (i 10 anni) ipotizzato per la prescrizione. E anche l’assessore regionale all’Ambiente Nicola De Ruggiero su questo punto ha auspicato che il processo sia «breve perché si giunge a una conclusione in tempi rapidi e non perché qualcuno a Roma decide che deve essere un processo breve...».

I risarcimenti
Altro capitolo fondamentale la responsabilità civile.
«Tutte le società che fanno capo all’imputato belga e a quello svizzero», ha detto l’avvocato Davide Petrini, «sono state chiamate in causa affinché non sia il singolo imputato a risarcire».
L’aspetto del risarcimento è infatti fondamentale, e fondamentale è dunque trovare soggetti solvibili, che abbiano risorse per evitare che si ripeta la storia dell’Eternit, fallita e scomparsa quando la partita dell’amianto in Italia cominciava a diventare in gioco troppo pericoloso.

La giustizia e la «cupola»
La giustizia sembrava irraggiungibile, sembrava impossibile arrivare alla «cupola» - ha detto Bruno Pesce, coordinatore del Comitato Vertenza Amianto, ricordando l’importanza ma anche il limite del processo del ‘93 che aveva portato in aula solo i dirigenti dello stabilimento e sottolineando che ormai si è allo «scontro diretto, ravvicinato con la controparte».

La spia di Schmidheiny
Alcune centinaia di vittime non hanno accettato il risarcimento offerto da Stephan Schmidheiny pur avendo lavorato nel periodo svizzero, accolto da circa 400 persone.
Pesce ha anche parlato di una spia pagata per riferire agli svizzeri: «Per qualche decina di migliaio di euro veniva tutti i giorni a chiedere notizie che poi riferiva... poverina... dico poverina perché era una donna».
Il nome Pesce non lo ha pronunciato (tutti lo conoscono), poi ha aggiunto: «Sanno tutte le nostre mosse e forse adesso ce n’è un’altra. E la nostra manifestazione di oggi è anche per mandare i nostri saluti a lui e alla sua spia...»

Le tv europee
Presenti martedì tivù e giornalisti provenienti da Francia, Belgio, Svizzera e anche delegazioni di associazioni che si battono contro l’amianto provenienti da Reggio Emilia, Cavagnolo, Francia.
Dalla Francia ha fatto sapere - Alain Gherif, ci saranno almeno 200 persone a Torino il 10 prossimo dicembre, «ma ci sarà la solidarietà di tutti gli altri che non potranno essere presenti».
E a Torino quel giorno ci sarà anche un pullman di sindaci con la fascia tricolore e rappresentanti delle istituzioni, ha annunciato il primo cittadino di Casale Giorgio Demezzi, come testimonianza di un territorio e di una popolazione colpiti dalla tragedia dell’amianto.

Le testimonianze
Tra le testimonianze anche quella di un giovane di Roma, Giulio Paparella il cui padre, Domenico, dirigente sindacale della FLM, è stato ucciso dall’amianto: «A Roma ci sono case quasi completamente costruite in eternit, ha detto, scuole dove il cortile è di polverino». E la bonifica non è ancora partita.
Immancabile la testimonianza di Romana Blasotti Pavesi che ricordando la lunga lotta si è detta sempre «emozionata per la grande partecipazione».

La battaglia di tutti
Tanta gente - circa tremila persone - e tanti rappresentanti delle istituzioni presenti all’assemblea e alla fiaccolata che si è snodata fino all’ingresso degli ex stabilimenti dove sono state deposte trecento rose bianche in ricordo delle vittime.
Tre striscioni, uno dei familiari, il secondo («Fermiamo la strage») dei giovani e il terzo («Giustizia, ricerca, bonifica») con le autorità.
Tra i rappresentanti delle istituzioni assume significato particolare la presenza di Silvia Bellomo, la giovanissima presidente del Consiglio comunale dei ragazzi di Occimiano, seduta in prima fila e la cui presenza esprime la sensibilità anche dei giovani e dei giovanissimi che sono stati una componente fondamentale dell’iniziativa, con la presenza delle delegazioni di molte formazioni sportive giovanili. Insomma una sola battaglia che è ormai la battaglia di tutti, che attraversa tutte le generazioni, le classi sociali, i partiti politici e che non è più solo la lotta di Casale, non è più solo neppure la lotta dell’Italia perché, come ha detto il presidente di Andeva sottolineando il grande orgoglio e il nazionalismo del suo Paese, la Francia, «per una volta l’Italia ci dà una lezione...».

Massimiliano Francia

giovedì 3 dicembre 2009

La Junior impegnata per Eternit: giustizia!

http://www.asjunior.com/asjunior/public/news_detail.jsp?ct=1259925127664&cat_id=27&news_id=929

Fastweb domenica in campo con un sopramaglia speciale
Eternit e Giustizia!
Queste due parole risuonano spesso nella città di Casale.
A pochi giorni dal processo di Torino, la Junior scende in campo, al pari delle altre società sportive del territorio, per sostenere la battaglia dei Famigliari delle Vittime dell'Amianto.
Domenica i rossoblu scenderanno infatti in campo con un sopramaglia speciale. Il 1 dicembre, una delegazione del settore giovanile della Junior ha partecipato alla fiaccolata silenziosa per le vie della città, iniziata da Piazza Castello al termine dell'Assemblea generale.

mercoledì 2 dicembre 2009

Casale, una fiaccolata e 250 rose bianche per ricordare tutte le vittime della Eternit

http://torino.repubblica.it/dettaglio/casale-una-fiaccolata-e-250-rose-bianche-per-ricordare-tutte-le-vittime-della-eternit/1794905


Oggi previsto l´assalto al tribunale per la lista dei testi: sono centinaia le persone convocate da accusa e difesa

di Lorenza Pleuteri

Ducentocinquanta rose bianche deposte davanti all´ingresso di quella che fu la Eternit, la fabbrica dei morti, per ricordare chi non c´è più.
Una fiaccolata che ha attraversato la città decimata dai lutti - il mesotelioma si è appena portato via anche l´ex operaio Piero Ferraris e l´impiegata postale Patrizia Saviotti - e punteggiato di tricolori con il grido "giustizia" stampato sopra.
Una affollata assemblea pomeridiana in vista dell´imminente apertura del processo, il dibattimento monstre in partenza a Torino il 10 dicembre.
A Casale Monferrato, l´epicentro della strage, duemila persone ieri pomeriggio si sono radunate per organizzare la trasferta nel capoluogo piemontese e per commemorare le vittime dell´amianto.
C'erano gli studenti, c'erano gli atleti delle società sportive che hanno fatto proprie le battaglie di genitori e nonni, c'erano i malati. C'erano anche, a riprendere tutto, troupe televisive francesi e svizzere.
Nella marcia di avvicinamento al processo, cui si guarda da tutto il mondo, a Torino oggi si aspetta l´assalto alla cancelleria della prima sezione del Tribunale. Scadono i termini per la consegna della lista testi.
I difensori dei due imputati - il miliardario svizzero Stephan Schmidheiny e il barone belga Louis De Cartier - hanno già depositato elenchi sterminati di persone che vorrebbero sentire, centinaia. Le parti civili e la procura faranno altrettanto. E ai sette soggetti già individuati come responsabili civili - il presidente del consiglio pro tempore e sei società legate ai due accusati - potrebbe aggiungersi l´Unione europea.
Una formale richiesta in questo senso, ancora da valutare, è arrivata dal fronte dei legali di malati e familiari delle vittime.

martedì 1 dicembre 2009

Eternit: assemblea in vista del processo, poi grande fiaccolata in città alle 18 - Vandali strappano le bandiere al Ronzone



http://www.ilmonferrato.it/articolo_attualita'.php?ARTICLE=2d38aafb189e892dc9058b0ca3065ca9

Ci saranno anche tre emittenti televisive svizzere e altre francesi a seguire martedì 1° dicembre, l’assemblea convocata da associazioni e sindacati per fare il punto in vista della prima udienza (10 dicembre a Torino) del maxiprocesso Eternit. L’appuntamento è alle 15,30 al salone Tartara.

Alle 18 da piazza Castello partirà poi una fiaccolata fino agli ex stabilimenti Eternit. Lì si formerà una catena di solidarietà e verrà deposto un fiore in ricordo e in omaggio a tutti coloro che hanno perso la vita a causa dell’amianto.

Massiccia la mobilitazione del mondo sportivo. In città si moltiplicano le bandiere tricolori con la scritta “Eternit: Giustizia!». Anche se purtroppo proprio al Ronzone si registra un atto vandalico. Una quindicina di bandiere davanti all’ex Eternit in via Oggero sono state strappate da ignoti, un altro paio davanti alla sede della CISL e altre qua e là per la città.

«Non vogliamo drammatizzare ma siamo rimasti stupiti che persino il tricolore con la scritta “Giustizia” dia fastidio a qualcuno. Non sappiamo sinceramente chi possa essere; stato, propendiamo per il gesto sciocco di qualche ubriaco...», dice Bruno Pesce del Comitato Vertenza Amianto.

Sarà, ma stupisce ugualmente che qualcuno, sia pur ubriaco, possa irridere una vicenda così drammatica.

lunedì 30 novembre 2009

5.000 flags for JUSTICE


http://asbestosinthedock.ning.com/profiles/blogs/5000-flags-for-justice

On December 10th, in occasion of the first public hearing of the lawsuit against Eternit, we'll ask the people of Casale Monferrato and Cavagnolo to expose the italian national flag with the word JUSTICE! on it. This is a civil right fight belonging to everybody and its message should be spreaded around the whole country.
The flags will be distributed at the Camera del Lavoro di Casale Monferrato from December 1st, the day of the public assembly and the candlelight procession.