giovedì 9 aprile 2009

Amianto: salta l'udienza del 16. Altre 500 pagine di istruttoria dell'accusaTorino


Sono settecento le parti civili che si sono costituite nel megaprocesso amianto che è iniziato a Torino contro i responsabili dell’Eternit, lo svizzero Stephan Schmidheiny e il barone belga Jean Louis Marie Ghislain De Cartier De Marchienne indagati dalla Procura di Torino per disastro colposo e inosservanza delle misure di sicurezza sui luoghi di lavoro. Enti e associazioni ma soprattutto cittadini (ex lavoratori e non) e loro familiari - colpiti dalle patologie causate dall’amianto.
Settecento parti civili che a occhio e croce rappresentano circa un terzo del totale, spiega l’avvocato Sergio Bonetto portavoce del pool che difende le parti lese.
Tra gli enti due Regioni, le Province di Alessandria e Torino, i Comuni di Cavagnolo e Casale l’Associazione familiari e vittime di Casale, Cgil Cisl Uil regionale e provinciale, Legambiente, Medicina Democratica, l’Associazione esposti amianto, l’Inail.
«Manca l’avvocatura dello Stato - commenta Bonetto - non si capisce per quale ragione non si sono costituiti...»
Gli altri si costituiranno al momento del dibattimento. La conclusione della registrazione delle parti civili ha fatto sì che sia stata sospesa l’udienza prevista per il 16 aprile.
L’appello degli avvocati
Il 22 aprile si discuteranno le eccezioni da parte degli indagati mentre il 23 saranno gli avvocati delle parti lese a replicare. E a questo proposito il pool degli avvocati delle parti lese invita i cittadini a partecipare massicciamente alle udienze del 22 e del 23: «Chiediamo di non essere lasciati soli nel momento in cui dovremo motivare le ragioni della nostra presenza in aula, per far sentire con la presenza fisica delle persone che hanno subito il dramma causato dall’Eternit tutto il peso della strage causata dall’amianto».
Fissate anche le udienze successive fino a luglio, dopo che il gup farà il provvedimento per l’ammissione delle parti civili: 18 maggio ore 10-16,30, 22 maggio (9,30-16,30), 25 maggio (ore 10), 1° giugno (ore 9,30), 12 giugno (ore 9,30), 22 giugno (ore 9,30) e (da confermare) 20 luglio alle 9,30.
Nelle udienze si metterà sotto la lente la procedura dell’istruttoria per vedere se tutto è stato rispettato per un eventuale rinvio a giudizio.
Il supplemento di indagine
Venerdì scorso intanto il sostituto procuratore della Repubblica di Torino Raffaele Guariniello ha presentato un supplemento di indagine di 500 pagine (che si vanno ad aggiungere alle 220mila pagine dell’istruttoria madre) che mira a dimostrare che finora - e nonostante sia ormai chiarito anche dalla legge del 1992 che l’amianto fa male e che bisogna bonificare i siti inquinati - gli indagati non hanno fatto nulla per limitare il rischio.
Il reato di disastro doloso ipotizzato dall’accusa e causato dall’Eternit con la diffusione del polverino quindi sarebbe tuttora attuale.
Nella documentazione prodota da Guariniello relazioni dell’ARPA e dei Comuni che elencano i siti inquinati e sottoposti, in parte, a bonifica. con costi consistenti.
Centinaia di milioni di danni
Il Comune di Casale ha infatti presentato due rendiconti.
Uno riguarda i fondi ricevuti dalla Regione e dallo Stato.
Più di 15 milioni (già effettivamente spesi al 31 dicembre 2008) per le bonifiche della sponda del Po inquinata dai reflui dello stabilimento, della fabbrica del Ronzone, la realizzazione e la gestione della discarica, le bonifiche dei polverini, delle coperture pubbliche, i contributi, il centro di informazione amianto e il personale aggiuntivo assunto da Asl e ARPA proprio per l’amianto, le analisi e i monitoraggi ambientali, le spese postali e di cancelleria (ogni volta 1600 raccomandate) i manifesti. E poi spese sostenute direttamente dal Comune, altri 7,2 milioni di euro dagli anni ’90 fino al 2004.
Contributi a privati, ritiro a domicilio dell’amianto (per 7 anni 1997/2004), personale impiegato per le varie attività (procedimenti, gare, delibere), sostituzione dei tetti degli edifici comunali, acquisti degli ex stabilimenti, dell’ex Piemontese, degli ex magazzini di piazza d’Armi - tutte aree inquinate che dovevano essere bonificate - e per bonificare le scuole.
Anche l’Inail chiederà 250 milioni di danni per le provvidenze riconosciute ai lavoratori malati. Senza contare i risarcimenti che verranno rochiesti caso per caso da ogni cittadino e che si aggireranno mediamente sui 500-600mila euro per ogni vittima.
Massimiliano Francia

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