giovedì 9 aprile 2009

Processo Eternit, 736 parti civili«C'è ancora tempo per costituirsi»

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Ancora poche, a Torino, le costituzioni di parte civile rispetto alle 2.889 parti lese conteggiate nel capo d'accusa. Gli imputati si faranno giudicare con il rito ordinario, ma è polemica sulle proposte di risarcimento
Sono 736 le persone che hanno chiesto di costituirsi parte civile al processo Eternit. Un piccolo esercito di malati d'amianto, e di parenti di coloro che ormai sono deceduti, a cui si devono aggiungere 29 fra enti pubblici (come le Regioni Piemonte, Emilia e Campania), sindacati, comitati e onlus italiane, per affiancare la pubblica accusa nella prima causa penale avviata nel mondo contro i vertici della grande industria svizzera, la cui proposta di risarcimento è stata ritenuta “indecente” perché parziale.
Il conteggio si è potuto fare al termine della seconda sessione dell'udienza preliminare che si è svolta ieri. In totale, le parti lese conteggiate nel capo d'accusa erano 2.889 anche se ieri a Torino si aspettavano molte più richieste e molta più partecipazione. "Forse – secondo uno degli avvocati di parte civile, Roberto Lamacchia - la convocazione non ha raggiunto tutti gli interessati". Intanto, per chi vuole, è ancora possibile entrare nel processo.
Le misure organizzative, che al Palagiustizia del capoluogo piemontese sono state messe a punto per permettere al gup Cristina Palmesino di fronteggiare l'invasione, hanno funzionato al meglio, tanto da strappare commenti di ammirazione tra i legali (23 avvocati) dell'imputato svizzero, Stephan Schmidheiny. "C'è da essere fieri - ha detto il presidente del tribunale, Mario Barbuto - di questa efficienza e dello sforzo profuso da tutto il personale impegnato".
Intanto, i due personaggi chiamati in causa (al miliardario Schmidheiny si aggiunge il barone belga Jean Louis de Cartier) per rispondere di disastro doloso per le morti legate all'attività delle filiali di Casale, Cavagnolo, Rubiera, Bagnoli, hanno deciso di rinunciare al rito abbreviato e si faranno giudicare con il rito ordinario.
"Abbiamo validi argomenti a nostro favore", ha dichiarato uno dei loro avvocati, Guido Carlo Alleva. Non si esclude una questione di competenza territoriale che, se accolta, sposterebbe la causa da Torino.
Nicola Pondrano, segretario della Camera del lavoro di Casale Monferrato, ha denunciato che la proposta di indennizzo lanciata da Schmidheiny è parziale: "Riguarda solo i malati di asbestosi con invalidità superiore al 30%, e non i colpiti da altre patologie da esposizione all'amianto". "È una proposta indecente", ha detto una signora monferrina prima di entrare in aula.

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