giovedì 9 aprile 2009

DIRITTO ALLA GIUSTIZIA


CASALE - Da dove cominciare per raccontare la prima giornata dell’udienza preliminare del processo Eternit iniziato lunedì scorso a Torino? Dalle statistiche dei morti? Dai timori per le vittime che l’Eternit continuerà a fare nei prossimi anni? Dalle cifre dei risarcimenti richiesti? Dall’amara percezione che questo processo sia una cosa troppo grande, che inevitabilmente durerà troppo a lungo ed i reati saranno cancellati dalla prescrizione? Non è successo troppe volte nel nostro Paese che gli imputati illustri se la cavino? quasi sempre!
È stato detto e scritto che si tratta del più importante processo contro la violazione delle norme a tutela della sicurezza sul lavoro. Nello stesso tribunale ne è in corso un altro, quello contro i responsabili del rogo della Thyssen: un disastro orribile, breve, fulmineo. Immediato il processo. Forse giustizia sarà fatta. Ma per le vittime dell’Eternit? Un reato perpetrato giorno dopo giorno per lunghissimi decenni; nessuna fiammata esplosiva che divora un pugno di operai, ma una morte lenta che divora un’intera popolazione.
Ricordo, quand’ero ragazzo, i tetti di Casale coperti di uno spesso strato di polvere biancastra, compatta, che nascondeva l’ondulato delle tegole rendendo la superficie piatta, come dopo una nevicata. Ricordo il cortile dell’oratorio del Ronzone dove giocavamo a calcio respirando la polvere a pieni polmoni. Ricordo lo zio di Roncaglia al quale, io di cultura urbana, ho consigliato di pavimentare il cortile con il polverino dell’Eternit; lo ha fatto ed è morto dopo pochi anni di tumore. E poco dopo anche la zia! Quanta polvere bianca nei ricordi dei casalesi, e quanti morti!
Oggi gli esperti ci dicono che l’aria è pulita e noi ci sforziamo di crederci, soprattutto perché ci ribelliamo all’idea di aver messo al mondo dei figli ed averli allevati in un ambiente infame; ma quella che abbiamo respirato per decenni?
Nella prima giornata del processo sono arrivati a Torino centinaia di cittadini che hanno subito i danni dell’amianto nel proprio corpo e nelle loro famiglie; c’erano rappresentanti delle amministrazioni locali, dei sindacato, delle associazioni. Sono venuti anche dalla Francia, dal Belgio, dalla Svizzera e da altri paesi in cui l’Eternit aveva stabilimenti ed ha seminato morte e dolore.
Nell’aula del Tribunale sfileranno migliaia di parti lese, saranno esaminate centinaia di miglia di carte, si pronunceranno miliardi di parole. Non abbiamo dubbi che i magistrati faranno il loro dovere con serietà, forse anche con celerità. Gli avvocati faranno il gioco delle parti; la difesa solleverà infinite eccezioni procedurali; speriamo che siano più bravi quelli che difendono le vittime! Sappiamo bene che le responsabilità devono essere dimostrate e nessun innocente deve essere condannato, ma tra quelle mura austere quanto peserà il pianto degli innocenti?
Francesco Scandiuzzi

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