venerdì 10 aprile 2009

Eternit. Il secondo giorno del processo che farà la storia

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di Anna Maria Bruni

Nuova giornata di udienza preliminare. Tantissime le parti civili, dai familiari alle associazioni, per un processo destinato a fare storia. Il Pm Raffaele Guariniello: “Inchieste come queste servono a prevenire, perché questi errori non si ripetano

TORINO – Seconda udienza questa mattina per le morti da amianto dell’Eternit, dedicata alla costituzione delle parti civili, oggi dalla ‘M’ alla ‘Z’. Già 500 sono le persone fisiche costituitesi lunedì, nel corso della prima udienza. Ma per ogni persona deceduta in seguito all’esposizione da amianto le persone aventi diritto a costituirsi parte civile possono essere più di una. Sono le famiglie dei quasi 3.000 morti, raccolti in 200mila pagine di atti, che chiedono giustizia in un processo che si profila come il più grande mai celebrato in Europa. Anche i due imputati, il magnate svizzero Stephan Schmidheiny e barone belga Jean Louis De Cartier tengono alti i numeri, con 25 legali contro le imputazioni di disastro doloso e omissione dolosa di cautele.

Migliaia le persone presenti a Torino, i familiari delle vittime e i malati in grado di spostarsi, i rappresentanti di enti e associazioni e sindacati che intendono costituirsi parte civile, i leader di comitati e gruppi italiani ed europei, giornalisti di mezzo continente, osservatori, amministratori da decenni in prima linea. Gli ammessi in aula, 1.200 posti, vengono identificati e registrati ai computer posti davanti alla rampa di scale del Palazzo di Giustizia dopo un percorso transennato. Un presidio medico è a disposizione di chiunque avesse bisogno di assistenza.

Il procuratore Giancarlo Caselli ha commentato positivamente l’organizzazione: "Tutto sta funzionando come meglio non si potrebbe desiderare. E' stato fatto uno sforzo davvero eccezionale per accogliere centinaia di persone". Nel merito Caselli ha sottolineato che "è un processo importante non solo per le sue dimensioni ma anche per la rilevanza sociale". "L'ammonimento costante del Capo dello Stato - ha affermato - a tenere in considerazione i diritti dei lavoratori, tutelandone la sicurezza sui luoghi di lavoro, vuoi per il caso Thyssenkrupp, vuoi per il caso odierno - viene raccolto con sollecitudine e prontezza, nell'ambito di sua competenza".

Significativa la testimonianza di un ex operaio, che a dieci anni dalla pensione si è ammalato di mesotelioma. "Mi è stato asportato il polmone sinistro – racconta in aula - e dopo due anni e mezzo il tumore è ritornato e ora sono in chemioterapia. Nella mia azienda si lavorano le resine e i medici mi hanno detto che c'era polvere d'amianto, cosa – precisa - che non ho mai saputo”. Anche il segretario Cgil di Casale, nel corso della prima udienza aveva sottolineato come venisse volutamente ignorato il rischio connesso al contatto con l’amianto, invitando i lavoratori a “smettere di fumare” per scongiurare possibili tumori. Se si considera che fino ad oggi, secondo l’inchiesta che la Fiom ha condotto nel corso del 2008, il 16% degli operai ritiene di non ricevere una formazione adeguata rispetto ai rischi connessi al proprio lavoro, e che il 20% considera inadeguata l’informazione necessaria a lavorare in condizioni di sicurezza, è facile immaginare quanto il rischio sia stato sottovalutato negli anni in cui la Eternit ha operato.

E’ lo stesso Pm Guariniello a sottolinearlo: “Quando, negli anni 70, ho cominciato a interessarmi di amianto, si sapevano già tante cose sugli effetti mortali di quella sostanza per chi la lavorava. Nelle fabbriche, però, poco era cambiato rispetto alle situazioni che esistevano addirittura prima della guerra. Sarebbe bastato poco, invece per mutare la situazione. Indagando su vicende come quella dell´Eternit o della Thyssen, salta sempre fuori la stessa situazione. Chi stava ai vertici delle aziende sapeva ed era consapevole dei rischi. Ma non ha mai fatto niente, non ha mai speso nulla per evitare gli incidenti e le stragi”.

E a tutt’oggi ancora si fa fatica ad affermare come un diritto quello della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, se è lo stesso governo ad emendare una legge, il dlgs 81/08, neutralizzandone l’applicazione, in particolare proprio per quel che riguarda l’applicazione della compilazione degli elenchi sulle valutazioni di rischio.

Per questo gioca un ruolo importante la magistratura, e prima di questa il sindacato. Fare giustizia sulla salute e sulla sicurezza serve a prevenire – dice ancora Guariniello – e aiuta anche la gente a prendere coscienza dei propri diritti. Ciò che hanno fatto i sindacati e le associazioni attorno alla vicenda dell’Eternit è altrettanto importante rispetto a ciò che abbiamo accertato noi magistrati”. Tra le associazioni costituitesi parte civile la Cgil, Medicina democratica, l’Associazione italiana esposti amianto, Codacons, e diversi enti locali tra cui la Regione Piemonte, la Provincia di Torino e i comuni di Cavagnolo, Casale Monferrato e Rubiera.

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