mercoledì 8 aprile 2009

Eternit/ Pondrano: I morti continuano nel silenzio di tutti

http://notizie.virgilio.it/notizie/cronaca/2009/04_aprile/08/eternit_pondrano_i_morti_continuano_nel_silenzio_di_tutti,18699198.html

Torino, 8 apr. (Apcom) - "Si parla di 1.300 morti ogni anno sul lavoro, ma ce ne sono altrettanti di cui non parla nessuno che ogni anno muoiono di tumore professionale". Questa la denuncia di Nicola Pondrano, segretario della Camera del lavoro di Casale Monferrato (Alessandria), ex dipendente della Eternit e sindacalista che dagli anni '70 lotta per le vittime dell'amianto. Pondrano era presente oggi al Palagiustizia di Torino insieme a Bruno Pesce con cui ha fondato l'associazione vittime dell'amianto, all'udienza preliminare del processo che si è aperto lunedì e vede come imputati gli ex vertici della multinazionale svizzera Stephan Schmidheiny e Jean Marie Luis Ghislain De Cartier De Marchienne.
Casale Monferrato è tra le più colpite dai danni dell'amianto, sono più di mille i lavoratori morti e più di 500 gli abitanti ammalati per aver respirato le polveri. Pondrano ha ricordato la situazione di Casale a partire dagli anni '50: "Io ho lavorato alla Eternit dall'età di 24 anni - ha detto il segretario - e ricordo che avemmo subito la consapevolezza che lì non solo ci si ammalava, ma si moriva: ce ne rendemmo conto dagli annunci mortuari sui muri di Casale Monferrato. Chi era bambino negli anni '50 ha sicuramente subito delle conseguenze, anche perché non solo nel periodo belga, ma anche nel periodo svizzero si continuava a frantumare l'amianto a cielo aperto".
A Casale come a Cavagnolo l'amianto veniva trasportato 24 ore su 24 in camion scoperti. Nicola Pondrano, protagonista di numerose battaglie legali dagli anni '70 - sono più di 300 le cause vinte - ha ribadito l'importanza del sindacato nella consapevolezza dei lavoratori: "Quando nel 1986 l'azienda annunciò la chiusura nello stabilimento casalese la gente era con noi lottava perché aveva capito che la salute era più importante del lavoro. Oggi di tutti i lavoratori ancora in vita il 99 per cento ha l'asbetosi".

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